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Addio Web Advertising, non ci mancherai

 

Il Web non è fatto per l’advertising. Come sostiene Eric Clemos (via Luca De Biase): 

“The expected drop in internet advertising revenues this year was neither unpredictable nor unpredicted, nor was it caused solely by the general recession and the decline in retail sales […]Pushing a message at a potential customer when it has not been requested and when the consumer is in the midst of something else on the net, will fail as a major revenue source for most internet sites.  This is particularly true when the consumer knows that the sponsor of the ad has paid to have this information, which was verified by no one, thrust at him. 

Come ho avuto modo di dire parlando di Facebook (commentando questo post e anche questo), stiamo parlando di uno scenario molto diverso rispetto alla fine degli anni 90 e agli inizi del 2000. La visione della comunicazione d’azienda deve essere rivista considerando che: 

  1. L’informazione è decentrata. L’utente non è più solo fruitore di contenuti, ma li genera. Nella marea di informazioni e di messaggi che invadono il web, sono stati sviluppati filtri cognitivi che ci rendono impermeabili alla pubblicità. Anzi, di più. Siamo diventati refrattari a tutto ciò che ci viene imposto come comunicazione. O ne siamo partecipi, o non ce ne frega nulla. Se un banner o un qualsiasi AD mi rallenta il caricamento della pagina, non solo mi infastidisco, ma il brand di quel poveretto che ha investito riceve pure un danno di immagine. 
  2. La brand awareness non passa più attraverso le impressions o i click through. E’ definita dalla conversazione tra gli utenti in rete. 
  3. Il web è Relazione. Io azienda non sono un emittente, non sono un soggetto che comunica, ma un soggetto che fa parte di una conversazione dove il mio contributo vale in potenza tanto quanto quello di un singolo blogger. Quindi in rete si dovrò bandire la vecchia frase tanto cara a molti imprenditori “azienda leader nel proprio settore”. Se lo sei, ti verrà detto. Altrimenti non lo sei, mettiti l’animo in pace, stai sereno e fai il tuo lavoro. 
  4. Il web non è altro rispetto all’off-line. La distinzione tra on-line e off-line è inesistente. Chi frequenta la rete sono le stesse persone che incontro ai meeting, ai convegni, al bar mentre bevo lo spritz. Non sono schizofrenici (mediamente) e in rete portano gli stessi valori e le stesse caratteristiche che hanno tutti i giorni. Allo stesso modo l’azienda è una, sia on sia off line. Gli interlocutori (il target) sono gli stessi. Quindi la mia immagine deve essere coerente su tutti i fronti. La mia comunicazione, nei contenuti ovvio non nelle forme, deve essere la stessa. 
  5. Internet non è un medium (Giuseppe Meyer via IMLOG).

Published in Internet Italiano Marketing / Comunicazione

Comments

  1. A parte condividere quanto hai scritto, mi trovi in piena sintonia con il punto 4. Non vi è più distinzione tra off line e on line in parte perchè l’off line del secolo scorso, è morto e poi perchè semplicemente il mondo si è spostato sul web. Semplicemente questo.

    Bel post. Vedo che allora nn sono solo!

  2. @Andreas. Secondo me non è che il mondo si sia spostato sul web e nemmeno che il web si sia spostato nel mondo.

    E’ un po’ come dire che le persone si sono spostate sulla macchina o che il mondo è invaso dalle automobili. In realtà oggi diamo tutti per scontato l’utilizzare l’automobile per spostarsi. Non ci poniamo nemmeno più la questione se utilizzarla o quando utilizzarla. Se ci serve, la prendiamo e andiamo.

    La stessa cosa vale per la rete. Al di fuori del mondo degli addetti ai lavori, pochi si pongono la questione rete-non rete, dell’on e dell’offline: c’è e la utilizzano come ritengono opportuno per sè 🙂

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