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Informazione on-line e l’ipertesto che non c’è

Source Image: Andrew Dubber

Uno dei doveri del giornalista è la verifica delle fonti. Il giornalista è chiamato ad assicurarsi che la fonte della notizia sia credibile e corrisponda a verità. Il giornalismo classico, dalla carta stampata al televiso e radiofonico ha l’oggettiva difficoltà di citare le fonti per la necessità di rendere la notizia il più possibile comprensibile.

Internet risolve questo problema. Il protocollo HTTP (hyper text transfer protocol), infatti, nasce con l’obiettivo di collegare testi e informazioni presenti in punti diversi della rete all’interno di un testo. Il giornalismo online, quindi, può superare il limite dei media tradizionali arrichendo i propri contenuti rendendo disponibili le fonti.

Sembra, tuttavia, che questa sia una prassi non molto usuale. Quando presenti i collegamenti rimandano a link interni o ad altri approfondimenti, molto meno alle fonti. In pezzi che commentano provvedimenti o normative, ad esempio, quasi mai si inseriscono collegamenti ai testi originali. Eppure tali documenti sono pubblicati sui siti di Camera dei Deputati, Senato e Governo.

Utilizzare  l’ipertesto per citare le fonti dovrebbe essere una regola, se non un obbligo. Il riferimento alle fonti e l’utilizzo dell’ipertestualità è più frequente tra i blogger – che non hanno vincoli e codici di comportamento – per costruirsi una reputazione e una credibilità. Meno tra i giornalisti che sono garantiti dal codice deontologico e dalle varie carte dei doveri ?

Infine, grazie alla multimedialità e multicanalità di oggi, i vantaggi anche da un punto di vista editoriale sono enormi. La possibilità di creare contenuti arrichiti è quasi sconfinata. Ed è lì che si gioca la differenza tra chi sa cogliere le potenzialità reali della rete e chi, invece, la utilizza come uno dei canali di comunicazione di massa.

Ma sarebbe sufficiente, per il momento, ripartire dall’ipertesto.

Published in Internet Italiano Marketing / Comunicazione

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