Skip to content →

Month: September 2011

A little bit of make-up renewing

Because a living blog is always updated adding categories, menu widgets and any type of contents, sometimes it needs a little bit of restyling. So I’ve given a little bit of make-up, not acting on the look & feel – also if I changed the theme – but organizing navigation and categories. The navigation bar is more simple. I added a Blog Updates collecting the news like this on blog changes. The Blo(g)dissey page is now an under-page of Who’s Simone because it is strongly related to the personal journey. In the future this session will be improved adding other information about me. Furthermore I added a social card menu linking my about.me profile where you find the link to my social accounts and you can follow my streamlife. The categories were simplified, translating in English all of them (except for Comunicazione, because WP doesn’t let me change it) and I’ve added an English category that will collect all posts written or translated in English The Social-it.y widget was improved adding the rss feed link to the blog and the Google+ Account. These are almost the changes I made. Not so deep, but I hope will get the navigation more easy and conforting.

Leave a Comment

Is Facebook running too fast?

Well, during the latest F8 which has taken place on thursday, Facebook has launched the Timeline feature. Since January when has been annunced that the Zuckerberg’s Network has been losing users in US, Facebook started a development competition that is involving security and privacy settings, groups and fanpage. Following the launching in beta of Google+, Facebook has been starting to develop many features such as the more recents featured lists, the subscribing option, the real-time activity streaming and, few days ago, timeline profile. Too much in less than one year? I think so. The ratio we have to consider on features is the learning curve required to users to accept and learning at the best the innovation. An overflow of update should stress out users and shall create a block in using it. It’s clear that Facebook goal is to arrest the potential competition of Google+, becoming an all-inclusive social network, inglobing twitter, friendfeed and google+ feature. Anyway the continuing and fast changing in user experience could create an opposite result, getting users far from the usage. From the business side, the continuing improvement shall get companies in difficult on social media strategy, especially for those companies that haven’t enough budget to build a dedicated team to follow the innovation.  Furthermore, enterprises will have more difficult in monitoring ROI due to the continuing and fast updating of tatics required from the new feature. Which will be the impact of these strategy of fast improvement?    

Leave a Comment

La rete non è anarchica, ma qui è un gran casino

Dopo l’Innovation Jam 2011 – organizzata dallìAgenzia per la diffusione delle tecnologie per l’innovazione – che si è tenuto la scorsa settimana, ForumPA lancia il contest “Le tue idee per una PA Migliore“. Poi, siamo a settembre e ricomincia il solito calderone di eventi / convegni / conferenze sull’innovazione, i social media e sui reumatismi di mia nonna. La dispersione di energie e di iniziative è infinita. Se la diversità e la molteplicità porta a una differenziazione e un pluralisnmo informativo, dall’altro il bombardamento a cui ci si espone rischia di portare ad una Infobesità, in cui il contenuto buono si mescola con il rumore di fondo. Vogliamo aggiungerci poi tutti i gruppi, le  iniziative, stati maggiori, sergenti e caporali dell’innovazione? Il fermento dal basso che esiste attorno al paese Italia e alla voglia di rinascita è ammirevole e positivo. Il problema che vedo all’orizzonte, tuttiavia, è la mancanza di massa critica per poter far veramente la differenza. Ho il timore che tutte le energie positivamente investite da organizzatori e partecipanti soffrano di un campanilismo 2.0 e che, come in puro stile italiota, faccia iniziare la guerra del primato sull’innovazione. Temo che inizi la competizione pessima dettata dall’arrivismo e di assistere a una Babele di voci, a cori senza un direttore d’orchestra dove, nonostante la qualità elevata dei membri, il risultato sia solo un gran casino…

Leave a Comment

Non subire il social web

Ultimamente sono un po’ latente da queste parti. Il tempo, ahimè, è tiranno e la velocità con cui si evolve il mondo non lo rende molto più docile. Dovrò anche io, prima o poi, decidermi a fare un po’ di selezione della mia presenza in rete, prima di fondermi completamente. Proprio per questo , in questi giorni, verificavo la quantità di account che ho attivi in rete. Oltre a Facebook, Twitter e LinkedIN il numero di social cosi a cui sono iscritto ormai inizia a diventare ingestibile: FriendFeed (che non ho mai usato molto); Tumblr & Amplify (dove talvolta condivido articoli, immagini, citazioni in modo collegato); Viadeo; Meemi; Quora; … e non so quanti altri [ Anzi, se per caso trovate un mio account da qualche parte, segnalatemelo pls 🙂] A questo punto: a cosa serve l’onnipresenza sulla rete quando non si riesce più a gestire gli account? La gestione del social web è un lavoro che rischia di essere a tempo pieno e che ha dei costi, specie quando è anche uno strumento professionale e non ci si vuole limitare a “sindacare” link, ma intrattenere “conversazioni”. Detto questo per poter partecipare alla conversazione, è necessario essere presenti laddovè avviene. E non ci sono tool di monitoraggio che tengano, la presenza è presenza e se non si ha un team che può seguirla, è obbligatorio scegliere. Ma come? Il principio è lo stesso che vale anche per le aziende. Andando dove si ha il massimo del ritorno, tenendo aperte le porte ad altri canali, ma focalizzando gli sforzi laddove è conveniente farlo. Non è detto che FB, Linkedin, Twitter siano i luoghi giusti, non c’è una regola fissa. L’analisi anche personale della propria presenza in rete, deve servire ad evitare di subire il social web e di non esserne soffocati. Per chi lo utilizza anche come strumento di lavoro, significa ad esempio migliorare il propira capacità di engagement e, magari, rientrare nella lista di influencer.

4 Comments

Infobesità e la necessità della slow-info

Su informazione e ruolo dei media ( di massa e individuali) ne parlano già in modo molto attento Luca De Biase e Pier Luca “Il Giornalaio” Santoro. Però il concetto di infobesità che ho trovato citato in un post di Amedeo Ricucci, mi ha particolarmente colpito. Un tempo si diceva che per avere una visione il più possibile completa di un fatto/avvenimento, era necessario leggere e raccogliere informazioni da fonti diverse. Principio sostanzialmente ancora valido ma che, al motiplicarsi delle fonti, diventa sempre più difficile: un “bombardamento” informativo che non permette di smaltire e di trattenere solo ciò che ci serve, accumulandosi e riempiendoci di memi informativi non elaborabili e stratificati. Ci rende obesi. Così come Slow-city e Slow-food nascono in reazione alla frenesia, sarebbe altrettanto necessario entrare in un’ottica di slow-info, dove il principio del “take your time” prevalga sulla paura di “viralizzazione” dell’informazione. Dove l’approfondimento venga prima dell’Agenzia. Dove non si legga un comunicato stampa del Ministero dell’Economia titolato “IERI IL PROFESSOR TREMONTI NON HA PRESO PARTE A NESSUNA CENA”. Dove chi fa informazione nelle aziende, nelle pubbliche amministrazioni, nei giornali ritrovi la capacità di capire che comunicare non è parlare. Quindi, slow-info per tutti.

One Comment