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Volantinaggio digitale

Volantinaggio digitale

Sicuramente sarò tacciato di provincialismo e di essere esterofilo ma resto convinto che in Italia non sappiamo fare networking. Frequento LinkedIN dal 2004 e ho una rete di collegamenti (oltre i 2000) che sono per il 50% esteri, americani in primis. Devo premettere che per molti anni ho selezionato accuratamente i miei contatti per cui i miei collegamenti per lo più sono early adopters o comunque persone che di usano LinkedIN come strumento di business networking.

La prima cosa che noto ogni mattina quando apro il feed è la pertinenza dei contenuti. Benché negli States si stia avvicinando la data delle elezioni Presidenziali, il numero di post e condivisioni sul tema politico sono quasi inesistenti e, quando ci sono, sono su temi legati all’economia e sulle leggi approvate in questo ambito. Il resto dei contribuiti sono condivisioni di job post e proposte di progetti. I Link condivisi raramente provengono dai blog personali e, spesso, si riferiscono a ricerche di mercato. Attorno a queste condivisioni, inoltre, si sviluppano discussioni e contribuiti. I messaggi di invito a gruppi o autopromozionali sono ridotti al minimo (ne riceverò al massimo una decina in un mese). Quando tuttavia arrivano, sono sempre pertinenti ai miei interessi.

Non posso dire lo stesso per le connessioni da parte dei nostri connazionali: spam di post personali, commenti / link sulla situazione politica e italiana un po’ come vengono. Non solo, addirittura veri e propri advertising post, come quello che mi perseguita da giorni con promozioni alberghiere. Nei gruppi l’engagement è ai minimi storici ed anche i post condivisi – a parte alcuni must provenienti da blog internazionali – forniscono basso valore formativo e contenutistico.

Altro aspetto la capacità di interagire. Qualche giorno fa mi arriva un messaggio personalizzato da un “esperto” di social media marketing di Padova, in cui mi scrive dicendomi che stanno formando un team per gestire la presenza sui social media di personaggi pubblici e che, se fossi interessato, avremmo organizzato una video conferenza su skype per parlarne. Bene, ho risposto dicendo che sono interessato e ho dato il mio nome utente skype. E’ passata quasi una settimana e non si è più fatto vivo.

Dunque, alla fine della storia, cosa mi insegna tutto questo?

  • Che il social media, il networking, altro non è che l’ennesimo “media” per fare comunicazione push.
  • Che non importa a nessuno di costruire relazioni. Al massimo di avere un contatto in più.
  • Che in realtà in Italia non si è ben digerito il significato del “fare rete”.
  • Che il business networking è  il nuovo nome della pratica del venditore porta a porta e del volantinaggio.

Quanti dei vostri contatti in rete sono divenuti, poi, partner o persone con cui collaborate?

Published in Business Networking Italiano Social Network & Social Media

3 Comments

  1. Farò anche io il provinciale.
    In un paese in cui non si crede nel futuro si tende a diffidare dei propri simili.
    Ecco perché (IMO) il networking in Italia è tanto difficile.

    • Verissimo. Purtroppo poi molte iniziative sono viziate proprio da diffidenza e, soprattutto, da opportunismo

  2. Domenicodebiase77 Domenicodebiase77

    ma questo succede anche nelle chat magari ti invitano per contattare o chattare ma poi non comunica nessuno e se comunicano lo fanno solo con un utente lo stesso non c’è dialogo di nessun genere in quando mail di vendita a centinaia.

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