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Se la politica non è mediazione, è totalitarismo

Non voglio entrare nel merito della discussione sulle unioni civili, sebbene io ne sia un sostenitore di fondo, credendo fermamente che il ruolo della politica sia normare le evoluzioni sociali, non di determinarle a priori sulla base di principi di qualsiasi natura.

Ma lo so, c’è una buona parte della società che non la pensa come me, per mille ragioni che qui non possono essere esplicate.

Questo, tuttavia, è il punto. In una società, in qualsiasi società, esistono differenti punti di vista, differenti opinioni, differenti valori. La politica è chiamata a trovare la sintesi di queste molteplici realtà perché, vi svelo un segreto, la società non può essere standardizzata. La standardizzazione non funziona sempre per la produzione, figuriamoci per sistemi complessi come quelli sociali.

I sistemi che tentano di standardizzare, in uno o nell’altro senso, sono “totalitari”: sono sistemi che vogliono organizzare la società non secondo le proprie dinamiche, bensì secondo la loro visione che, di norma, viene costituita a priori e non sulla base di analisi.

Il vantaggio di questi modelli politici è che sono decisionisti, dalle azioni veloci e incontrovertibili. Sono sistemi che modellano la società non per la sua conformazione, ma per la propria maggioranza (normalmente relativa, mai assoluta) e che cercano di soffocare tutte le voci critiche o, semplicemente, non allineate.

Pertanto, non lamentiamoci del fatto che la nostra politica “sprechi” giorni o anni di dibattito sull’affrontare le unioni civili. Se non lo facesse, sarebbe totalitarismo e tu non saresti nemmeno libero di poterti lamentare.

Published in Società

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