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La “Visione” è tutto

In questo articolo:

  • Facebook e Google mangiano tutto grazie al basare le proprie operazioni su una visione
  • La tecnologia è una commodity che si adotta solo se funzionale
  • I social media basati sulla tecnologia muoiono
  • LinkedIN potrebbe essere il prossimo player mangia tutto

In un recente post, Francesco Russo fa una ottima sintesi di come Facebook stia pian piano incorporando funzioni di altre piattaforme, relegando gli originali in un angolino per poi, con ogni probabilità, consegnarle all’oblio.

Questo dato di fatto (ovvero la “bravura di Facebook”) di ampliarsi adottando tecnologia altrui può essere vista in due modi:

  1. come un abuso di posizione dominante di Facebook;
  2. come un approccio maggiormente strategico.

Personalmente sono più per la seconda ipotesi che, a mio avviso, spiega anche un altro grande successo: quello di Google.

Sia Facebook che Google, infatti, iniziano la propria vita partendo da una visione; Facebook, quella di connettere le persone e condividere tra di loro; Google, quella di organizzare e rendere fruibile i contenuti in rete. A partire da queste visioni i due grandi colossi hanno negli anni fatto enormi investimenti, puntando entrambi, guarda caso, sulla personalizzazione dell’esperienza utente.

La visione è tutto, o quantomeno il 90%

Tralasciando la storia delle evoluzioni, che probabilmente richiederebbe un intero libro, ciò che va evidenziato è come Facebook e Googe si siano mossi adottando la tecnologia non come fine, ma come strumento per realizzare la propria visione.

Il fatto che Facebook abbia realizzato algoritmi in grado di proporci i contenuti che possono interessarci maggiormente, sicuramente è motivato dalla volontà di tenerci il più possibile nel sito, ma dall’altro di poter interagire maggiormente con la nostra rete, di poter condividere con i nostri amici sulla base degli interessi e, quindi, anche con la piattaforma (business e visione convergono).

Indem per Google: il fatto che i risultati delle ricerce siano personalizzate sulla base della nostra storia, facilita la ricerca e, quindi, la probabilità che, una volta soddisfatti, ritorneremo ad utilizzare il motore di ricerca per ulteriori esigenze. L’organizzazione della informazione (visione) diventa strumento di business (numero di ricerche).

Perseguire una Visione, quindi, rende la tecnologia funzionale all’attività e non il fine ultimo di essa; la tecnologia diventa un bene facilmente trasferibile ed adottabile sulla base delle proprie esigenze.

Twitter con Periscope (Peri…chi??), ad esempio, ha avuto una grande intuizione ma non è stato in grado di inserire la tecnologia all’interno di una visione d’insieme. Come sottolinea Francesco Russo nel suo post (se non l’hai ancora fatto, leggilo), Twitter ha basato la sua crescita sul Real-Time e, quindi, Periscope andava nella giusta direzione. Il problema è che, da un lato, i numeri di Twitter erano sicuramente inferiori a quelli di Facebook e, dall’altro, Persicope e Twitter per molto tempo non sono stati integrati in un’unica piattaforma.

A Facebook è bastato adottare le “dirette” per gettare nell’oblio Periscope

Ecco che a Facebook è bastato adottare la tecnologia del live streaming (delle dirette) e, essendo coerente con la propria visione di connettere le persone, ed essendo inserita all’interno della stessa piattaforma, ha potuto facilmente diventare popolare.

LinkedIN il Nuovo disgregatore ?

Facebook sta cercando di “aggredire” anche Linkedin ma lì, ad esempio, l’operazione non sarà facile. Infatti LinkedIN nasce come business network, con la Visione di connettere professionisti. Si mormora da molto che Facebook voglia adottare soluzioni di recruitment, dove Linkedin sta decisamente spopolando e macinando ricavi a non finire. Ancora però non si sa quando saranno introdotte.

Nel secondo trimestre 2016 sui 933 milioni di dollari di ricavi, le soluzioni per il recruitment di Linkedin hanno generato $597 milioni (+26%)

Ciò che sta avvenendo, invece, è che LinkedIN un po’ alla volta sta – per utilizzare il termine di Francesco – disgregando Facebook.

Come ha più volte notato Rudy Bandiera, con l’accesso della massa a Linkedin, il network sta adottando codici comunicativi che fino a qualche anno fa erano preclusi. A fronte di questo, tuttavia, Linkedin sta riorganizzando la propria struttura per mantenere l’identità senza, tuttavia, perdere l’occasione di competere con Facebook. Non a caso la nuova interfaccia dell’home page ricorda molto quella di Facebook.

La nuova home page di Linkedin ricorda quella di Facebook

Dalla novità di Apple al dominio di Android

Usciamo dal mondo dei social media e spostiamoci sul “ferro”, o meglio della plastica e del silicio. Quando nel 2007 Apple introdusse il primo iPhone fu un evento dirrompente.

Per la prima volta un telefono che non era più un telefono, attraverso cui si poteva fare di tutto (“Esiste una app per Tutto”). Apple entrò nel mercato con un prodotto “killer”, lasciando spiazzati molti concorrenti dell’epoca. Decretò la morte o quanto meno uno stato comatoso profondo di Nokia, Motorola, Ericsson e di altri colossi che sino ad allora erano leader di mercato indiscussi.

La promessa di Apple era quello di arrivare ad una piattaforma integrata PC-Smartphone (e successivamente Tablet), in cui l’accesso alle informazioni era all’interno di un unico ambiente. Fu una boccata d’ossigeno per Apple, che in quel periodo non se la stava passando proprio bene.

Prima dell’avvento dell’iPhone Apple non se la passava bene (Fonte: https://revenuesandprofits.com/apple-revenues-and-profits-2000-to-2015-pre-and-post-iphone/)

Poi arrivò un progetto, tale Android, che adottò un approccio diverso: un sistema aperto che poteva essere personalizzato da ciascun produttore e messo sul mercato in modo semi-proprietario (il cuore del sistema era opensource, le personalizzazioni proprietarie).

Questo aprì a una nuova concorrenza che portò all’introduzione di smartphone di diverse fasce e il mondo si divise tra chi preferiva un ambiente chiuso (Apple) e chi un sistema aperto (Android).

Apple fu sempre un passo avanti rispetto ai telefoni Android sia per prestazioni, sia per tecnologia del telefono ma questo gap sembra ridursi progressivamente, in particolare con l’ingresso nel mercato di operatori provenienti da Cina e Korea, nonchè grazie all’introduzione del progetto AndroidOne che ha permesso la nascita di modelli “cerfificati”. E gli impatti si sono fatti sentire inizialmente, sebbene Apple abbia ottime prospettive per il 2017.

La perdita di terreno di Apple con la maturità di Android ha lasciato il segno
La perdita di terreno di Apple con la maturità di Android ha lasciato il segno in particolare tra il 2012 e il 2014(Fonte: https://revenuesandprofits.com/apple-revenues-and-profits-2000-to-2015-pre-and-post-iphone/)

Apple, come detto, tecnologicamente è sempre stata un passo avanti. Siri, ad esempio, è stata un altra di quelle innovazioni che hanno dato la spinta allo smartphone della mela. Di lì a poco, tuttavia, Android si è adeguato con “Google Now”.

Nel frattempo Google stava anche qui seguendo la linea di Apple nella creazione di un ambiente integrato nel mondo “G!” che ha iniziato a vedere la maturazione dalla versione 6.0 di Android e, con la 7.0 il suo battesimo definitivo.

Anche qui, quando Google ha iniziato ad inseguire una filosofia e una visione di sistema alternativo ad Apple, integrandolo con una piattaforma di servizi cloud, sviluppando ulteriormente la visione dell’organizzazione della conoscenza, ha potuto ottenere il superamento anche in termini di immagine nei confronti del pioniere Apple.

In entrambi i casi la tecnologia è un asset trasferibile da una parte all’altra e, sebbene richiesta per poter stare sul mercato, ciò che oggi guida la competizione tra le due realtà è la Visione del proprio business.

Cosa ci insegna tutto ciò

La tecnlogia non è un asset strategico. Nell’era del copia incolla e dell’opensource, la tecnologia è facilmente adottabilie da chiunque con un minimo di investimento. E’ un bene trasferibile che non darà mai un vantaggio di lungo periodo.

ciò che segna e fa la differenza continua e continuerà ad essere la Visione strategica dell’impresa. Facebook, Google, Apple e, forse un domani, LinkedIN sono l’esempio di questo approccio. Snapchat, così come altri network e/o media che puntano su una caratteristica, saranno inevitabilmente destinati o ad essere comprati da questi colossi o ad essere esclusi dal mercato.

Published in Marketing / Comunicazione

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