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Category: Social Network & Social Media

Dal Tramonto all’Alba

Il mito di riportare in vita i morti è stato un leitmotiv dal Vangelo, a Mary Shelley, ad H.P. Lovecraft. Ridare vita a tessuti morti, ormai in necrosi, dove la vita ormai ha cessato di esistere… il sogno proibito dell’uomo. L’Italia e l’occidente in generale è oggi come quei cadaveri che qualche moderno Dr. Frankestein tenta di rianimare attraverso inutili scariche elettriche con il rischio di creare un freak, un mostro che non potrà avere speranza di sopravvivere a lungo. Inutile il tentativo di rigenerare un sistema ormai defunto. Siamo all’alba di una nuova generazione che dovrà necessariamente dimenticare i modelli del passato e ridefinire gli assetti sociali, ricordandosi che la società è funzionale agli individui e non i singoli alla società. Questo avviene già in micro contesti, ristretti. Con tutto il male che si può dire, il movimento di Beppe Grillo ha dato una spinta in questa direzione. Anche oggi, totalmente o quasi ignorati dai mass media, i gruppi continuano ad operare nel territorio. Alcuni hanno preso le distanze dal comico Genovese mantenendo, tuttavia, lo spirito di partecipazione democratica che ha animato il movimento dalle origini. E’ un segnale epocale. A differenza dei qualunquisti o dei girotondini, il “popolo di Grillo” riesce a vivere a prescindere dal proprio leader. Ne ha appreso i mezzi, gli strumenti, i metodi. E li applica, come il bambino che impara a camminare, prima per mano del genitore e poi in modo autonomo. E la rete, questa rete tanto diffamata, ne è stata il motore. Negli ultimi due anni l’abbiamo visto anche su scala mondiale, con la nascita di un leader quale Barack Obama, espressione di un cambiamento che è stato chiesto dal basso. Abbiamo assistito, in Italia, alla affermazione di modelli di network professionali nati dalla rete e attivi sul territorio (ClubIN, Innovatori, … ). Tutti accomunati dalla volontà di riportare l’individuo al centro dei processi di cambiamento, di sviluppo, di innovazione.  In questo 2009 probabilmente questi fenomeni si intensificheranno e assisteremo all’avvento di un nuovo umanesimo, un umanesimo post-digitale. Un umanesimo che metterà definitivamente in discussione assetti politici ed economici, costringendoli ad adeguarsi o ad auto escludersi.

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“Basta così, grazie!”

Ho ricevuto un messaggio su Facebook da Alex Badalic in cui si sfogava del fatto che non ne può più della quantità esagerata di suggerimenti di amici, richieste di adesione a cause, inviti a gruppi… “BASTA COSI’, Grazie” Recitava l’oggetto del messaggio. Un po’ lo capisco. Al crescere del numero di contatti le richieste diventano infinite e gestirle richiede tempo. E’ spam, a tutti gli effetti. Tuttavia è anche vero che, nel momento che si accetta un contatto, ci si apre a questo rischio. Qualche mese fa, una mia amica mi pregò di evitare di inviargli messaggi da un gruppo. E io la accontentai. Lei addirittura si disicrisse dal gruppo per un periodo. Poi rientrò ma la lezione servì. Il rischio di un social network così esteso è proprio quello di lasciarsi prendere la mano nell’invio di tutte le “stupidaggini del caso”.  Chiaro che se questi messaggi e richieste ti vengono da persone conosciute, hanno un impatto, se ti arrivano da sconosciuti che hai linkato ma di cui non hai alba, è un altro paio di maniche. Nella lunga diatriba “meglio la quantità o la qualità?“, direi che preferisco la seconda. E dovrebbe essere un aspetto da tenere bene in considerazione anche quando si attivano iniziative di marketing che usano i Social Network.  Sorrido al pensiero che molte aziende considerino Facebook ed i Social Network in genere come community su cui veicolare messaggi pubblicitari. Molti non si rendono conto che in realtà stanno proponendo una brand experience. E se non si sta attenti può essere deleterio.

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