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Category: Società

Stabilità stabilita

La riforma intrapresa dal Governo Renzi è un obrorio le cui conseguenze saranno ben visibili tra qualche anno. ll problema essenziale della riforma è che punta a creare una “stabilità” artificiosa, senza considerare l’attuale organizzazione della forma-stato italiana e, per di più, senza voler intervenire profondamente su di essa. E’ un accrocchio statistico, come cercare di far quadrare un cerchio. Il proporzionale era una esigenza, non una ideologia Se si pensa che l’organizzazione statale non abbia nulla a che fare con il modo in cui vengono eletti i rappresentanti, significa non capire nulla di come uno stato funzioni. I sistemi elettorali proporzionali erano studiati per bilanciare il centralismo statale con la moltitudine di realtà territoriali in cui era suddivisa l’Italia. Attraverso il proporzionale, quindi, si otteneva una rappresentanza della composizione sociale dello Stato. Questo serviva, di contro, a bilanciare il potere che lo Stato esercitava sui territori garantendo che le decisioni prese fossero “rappresentative” delle differenze sociali ed economiche del Paese. Certo i tempi di “risposta” e gli interventi normativi avevano un iter lungo, ma questo era giustificabile se si pensa che dovendo prendere decisioni per tutto il territorio Italiano si doveva garantire l’equità normativa, ovvero che quanto approvato fosse nell’interesse dell’intera comunità che all’interno del Parlamento aveva espresso i propri candidati. Il maggioritario è stato un essere malformato Con l’arrivo della globalizzazione e la crescita della Comunità Europea era necessario ridurre i tempi decisionali. Per questo motivo, e sull’onda anche degli scandali di tangentopoli, si fece in modo di adottare un sistema maggioritario che avrebbe dovuto consentire la riduzione dei tempi decisionali creando una maggioranza parlamentare in grado di approvare autonomamente leggi e direttive. Questo avrebbe richiesto, tuttavia, una riforma  dello Stato non solo nei suoi aspetti politici (cosa su cui si è sempre puntato in tutte le riforme fino ad oggi adottate), ma anche nella organizzazione territoriale, nei rapporti tra Stato ed Enti Territoriali o, meglio, tra Enti Territoriali e Stato. Infatti se si è mutato il contesto che ha ridotto il peso degli stati nazionali e aumentando i livelli decisionali Europa -> Stato – > Regione -> Provincia – > Comune, allora era necessario rivedere anche i rapporti e gli ambiti di competenze, adottando un modello più federale in grado di chiarire “chi fa che cosa e come”. Cosa che si è tentato di fare e ma con risultati alquanto deludenti. Ma di questo si dirà un po’ più avanti. E’ un legge che va bene in una organizzazione federalista La fonte di ispirazione di queste “riforme” sarebbe il modello anglosassone dove però, l’organizzazione dello stato è completamente differente. Basti pensare che il sistema Inglese, ad esempio, battezza le camere come “Camera dei Comuni” e “Camera dei…

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Privacy, la nuova psicosi in “corto”

La Fantascienza (in tutte le sue declinazioni, dalla letteratura al cinema) è sempre stato un modo per esorcizzare le paure ed i problemi sociali. Nella serie classica di Star Trek, ad esempio, si poneva la questione dell’integrazione sociale. Sull’Enterprise c’erano una afro-americana, un cinese, un russo, uno scozzese ed il bacio tra James T. Kirk e Uhura creò non poche polemiche allora. Non solo, la lotta con i Klingon era la rappresentazione della guerra fredda tra USA e URSS, così come molti episodi erano l’espediente per parlare di problemi come l’alcolismo, la droga, la corruzione politica. Nelle rappresentazioni contemporanee, Il Potere Politico e le Lobby economiche sono il nuovo nemico il cui obiettivo è conservare lo status quo attraverso uno stretto controllo sociale. Nell’era del mondo connesso, la Privacy viene ufficialmente sacrificata per garantire la sicurezza sociale. Ma questo è solo lo specchietto per le allodole. In realtà, il vero obiettivo è quello di mantenere il controllo ed evitare rivolte sociali che porterebbero a una destabilizzazione del potere. Le produzioni non main-stream stanno ponendo un’ampia attenzione a questo aspetto. Corti, tra Privacy e Controllo PLURALITY – In un futuro prossimo, New York è attraversata da un social network automatizzato in cui tutte le attività (apertura dell’auto, pagamenti, assistenza sanitaria, locazione) sono associati al proprio DNA. SIGHT è un progetto di laurea dell’Accademia delle Arti di Bezaleal. Immagina un mondo in cui applicazioni ispirate a Google Glass, che nella rappresentazione diventano lenti a contatto, sono ovunque. Evidenzia a pieno il rischio di una invasione della rete nelle relazioni interpersonali.   MEMORIZE – Nel 2027 ogni persona ha impiantato un chip di memorizzazione in grado di registrare qualsiasi cosa si veda e viene utilizzato dalla polizia per combattere il crimine.     POSTHUMAN – Ambientato in un futuro di spionaggio, assassini e di scienza avanzata fuori controllo, il film segue un hacker ed il suo cane mentre aiutano una misteriosa donna a liberare l’ultima cavia di un laboratorio di test ESP.    

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Guerrilla Marketing Politico

Pare che ieri, molti di voi (io, ahimè, no), abbiano potuto ammirare striscioni aerei inneggianti Silvio Berlusconi e altri di voi (purtroppo sempre io escluso), abbiano letto numerosi volantini contro Silvio Berlusconi e abbiano visto apparire enormi V rosse sulle spiagge. Tutti voi avete avuto la fortuna di assistere al nuovo stadio della comunicazione Politica, mutuato dal mondo del marketing: il Guerilla Marketing Politico. Dopo Coca Cola vs. Pepsi e XBOX vs. Nintendo, ora arriva Silvio vs. Resto del Mondo. Va detto, comunque, che anche questa volta il PDL/Berlusconi ha saputo spiazzare tutti in quanto ad abilità di comunicazione e la reazione da parte di Rossi (PD) e Crimi (M5S) gli hanno regalato nuovamente il primato. Quello che mi atterrisce è, comunque, il fatto che non sia più comunicazione della politica ma politica della comunicazione.

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Turchia, Deficit e Smartphone

Il mercato del mobile in Turchia continua a crescere. Secondo l’Autorità per le Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione (BTK), il primo semestre del 2013 ha visto crescere del 7% l’importazione di smartphone, per un totale di oltre 6 milioni di apparecchi (contro i 5,7 dello scorso anno) con una previsione di fine anno che si attesta attorno ai 14 milioni di apparecchi importati. Una situazione, questa, che ha messo in allarme le autorità. Secondo i calcoli effettuati dal BTK, infatti, l’eccessiva importazione potrebbe arrecare un incremento del deficit turco – attualmente a circa 29 miliardi di dollari – per un ammontare di circa 5 miliardi di dollari entro la fine dell’anno. Secondo quanto riportato dal quotidiano turco in lingua inglese Hurriyet Daily News, il presidente del BTK ha dichiarato che la Turchia dovrebbe spingere maggiormente nella produzione nazionale di Smartphone per incrementare il prestito domestico. A questo proposito Turkcell, la principale compagnia di telefonia mobile, annunciò gia a Marzo un accordo con Qualcomm per la produzione di smartphone in Turchia. Il nuovo smartphone made in Turkey vuole posizionarsi su una fascia più economica, ponendosi sotto la soglia media di 350-400 euro di Apple e Samsung e garantire così un maggiore accesso alla popolazione. Attualmente i telefoni di Cupertino e Corea dominano il mercato turco, soprattutto grazie ai pacchetti All Inclusive vincolati a 24 mesi. I prezzi all’acquisto, infatti, si attestano a attorno i 1900 TL (circa 760 euro al cambio odierno) per i nuovi modelli iPhone 5 e Galaxy S4. Questo importo, già esorbitante per un cittadino europeo, diventa inaccessibile per qualsiasi cittadino turco. Considerando che lo stipendio minimo legale, secondo la Legge del Lavoro, si attesta attorno le 800 TL (il medio 1.500 TL circa), un cittadino turco che volesse comprare uno smartphone dovrebbe impegnare lo stipendio di 2-3 mesi. La decisione, quindi, di passare a una produzione locale ha il doppio vantaggio di: ridurre il deficit pubblico (con un contributo della produzione nazionale stimato da Turkcell attorno ai 500 Milioni di Lire Turche ogni milione di telefoni venduti) incentivare la diffusione dell’Internet Mobile grazie ai prezzi inferiori rispetto ai prodotti importati incrementare la domanda di servizi e di conseguenza della nascita di startup dedicate. Nelle intenzioni, quindi, sembra che nei prossimi mesi dovremo assistere ad un ulteriore sviluppo del mobile internet in Turchia. Resta qualche dubbio Bisogna vedere, tuttavia, come questa politica sarà portata avanti. In questi anni, infatti, il Governo Turco ha attuato misure protezionistiche per limitare l’importazione di prodotti telefonici dall’estero, tra cui la necessità da parte dei privati cittadini di registrare presso il BTK gli apparecchi importati (1 ogni 24 mesi) entro un mese dall’ingresso in Turchia, pagando una tassa di registrazione di 100 TL. Senza…

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