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Simone Favaro - International Temporary Manager Posts

Scienze della comunicazione: uniamoci!

Quanti sono i gruppi di Scienze della Comunicazione? quanti sono i siti, le community, i blog ed i network che si occupano di Scienze della Comunicazione? Ultimamente la rete sembra essere totalmente impazzita sull’argomento. Un potenziale di contenuti, proposte che si moltiplicano di giorno in giorno. Su Facebook, addirittura, qualcuno propone di creare un ordine dei laureati in Scienze della Comunicazione. Come ho avuto modo di dire proprio nella pagina di questo gruppo credo sia anacronistico: Oggi siamo in un’altra realtà, abbiamo la forza della rete e possiamo fare sistema per affermare una professionalità che a mio avviso è e sarà sempre più importante.  Dobbiamo sfruttare il network, unirci e condividere un progetto comune. Ad esempio, avete idea di quanti gruppi ci siano solo su Facebook relativi a Scienze della Comunicazione? Quanti portali, blog e network ci siano nella rete? Se unissimo le forze potremo,[…], valorizzare questo capitale e creare un movivento importante e far crescere finalmente la cultura della nuova comunicazione in Italia. A quel punto non occorrerà più un albo dei laureati… perchè la tutela e l’autorevolezza ci sarà riconosciuta per quello che facciamo! Quello che vorrei proporre è la creazione di un grande unico movimento che si muova per fare cultura di comunicazione e promuovere la figura del laureato in Scienze della Comunicazione. Un movimento che raccolga quanto si sta facendo e ne amplifichi le potenzialità.   Facciamolo assieme! lasciatemi un commento se siete disponibili e iniziamo ad organizzarci.

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LAUREATI/NDI DI SCIENZE DELLA COMUNICAZIONE: VESPA CHIEDA SCUSA!

Si lo so, son o di parte, ma è con sommo piacere che vi segnalo che su Facebook è stato creato il gruppo “LAUREATI/NDI DI SCIENZE DELLA COMUNICAZIONE: VESPA CHIEDA SCUSA!“, a seguito della puntata del 19 gennaio scorso di cui ho appreso solo attraverso la rete (L’ultima puntata di Porta a Porta che ho visto risale al 2001). Cito dalla presentazione del gruppo: Nella puntata di Porta a Porta del 19/01/09, al momento dei saluti, Bruno Vespa si rivolge a degli studenti di un liceo scientifico presenti in studio e dice loro: “Abbiamo bisogno di ingegneri, abbiamo bisogno di tecnici importanti. Una sola preghiera: NON VI ISCRIVETE A SCIENZE DELLA COMUNICAZIONE, NON FATE QUASTO TRAGICO ERRORE, CHE PAGHERESTE PER IL RESTO DELLA VITA!” Io sono laureato in Scienze della Comunicazione e la comunicazione è il mio mestiere.  Il corso di laurea non mi avrà insegnato a tirare linee con la squadra, a” far di conto” e nemmeno a diventare giornalista –  e se il giornalismo è quello di Bruno Vespa, ne sono solo che contento –  ma mi ha dato gli strumenti per capire quanto vasta è la comunicazione. Sono contento della scelta che ho fatto e, se tornassi indietro, la rifarei, così come sono entusiasta di aver preso la maturità classica, anche se non sono uscito con risultati da capogiro (anzi, NdR). Sono stanco di sentire questi “esperti di comunicazione” – incapaci di innovare modelli, di pensare all’oggi e di non parlare di Cogne – sputtanare letteralmente il corso di laurea.  Se posso essere d’accordo che il corso di laurea sia inflazionato, questo non significa che vada denigrato.   Cari Vespa e carti tutti voi “comunicatori di massa” figli del Minculpop, se pensate che così com’è non va, siate voi che siete del mestiere – visto che vi vantate di essere professionisti e conoscitori del mercato della comunicazione – a dirci com’è il mondo del lavoro e a costruire il corso.  Ah, se non ve ne siete accorti, la comunicazione non è solo Giornalismo, non è solo Televisione o Radio e, forse nessuno ve l’ha detto, in Italia ci sono giusto qualche centinaia di migliaia di imprese che pian piano si stanno avvicinando alla comunicazione di business (o, sacrilegio, ho detto “business”… è vero, voi che siete dei samaritani, lavorate solo per la gloria e per il bene del mondo). Sono convinto che siate solamente spaventati di trovarvi un bel giorno alla porta perchè ormai siete fuori totalmente dal flusso del cambiamento in atto (e le vostre elucubrazioni prive di conoscenza sui fenomeni della rete me lo dimostrano). Una innovazione che avanza piano piano e che coinvolge mezzi di cui voi non avete alcuna conoscenza e che considerate…

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OFFF 2009. La cultura post-digitale si accende

Si chiama OFFF ed è il festival della cultura creativa post digitale. L’edizione 2009 si terrà ad Oerias in Portogallo i prossimi 7,8 e 9 Maggio. Nato nel 2001 a Barcellona, negli anni si è affermato come l’evento di riferimento per le arti post-digitali facendo incontrare artisti attivi in varie discipline: animazione, visuale, musica. Artists that have grown with the web and receive inspiration from digital tools, even when their canvas is not the screen. Non solo, nel corso degli anni l’evento è diventato il luogo in cui si immagina il futuro e se ne scrivono le regole.

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Il comunicatore italiano, un esecutivista senza strategia

Non sono rare le discussioni sul tema “comunicazione” in cui si percepisce chiaramente che chi scrive e chi domanda è un puro esecutivista, senza visione strategica e, quello che mi spaventa di più, senza cultura di comunicazione. Trovo gente che pone come questione di vita o di morte se sia meglio una e-mail al giorno o una alla settimana, che chiede se i comunicati stampa devono essere inviati entro le 11.00 o si possano inviare quando si vuole. All’opposto, non trovo mai nessuno che ponga questioni di natura “strategica” su dinamiche di mercato, su trend, su analisi della concorrenza… insomma, su tutto ciò che potrebbe essere utile a definire un piano strategico. Per carità le domande poste sono legittime, se fatte da uno che di comunicazione non ne capisce un fico secco. Ma da un professionista non posso sentirmi dire: Spesso mi capita di vedere dei concorrenti che riescono a farsi pubblicare sui vari portali tematici per ogni stupidaggine che fanno. Chiaramente hanno un ottimo writer (Writer?? Ora l’ufficio stampa e pubbliche relazioni vanno a scrivere con le bombolette sui muri? NdR ) che bombarda di “press release” i vari siti in questione. Ma quello che non capisco e come fanno i player stranieri che riescono comunque e sempre ad essere ripresi anche qui da noi, quando non credo si degnino di aggredire i media italiani con fiumi di comunicati. C’è qualche servizio serio per comunicare globalmente senza rivolgersi ad un’agenzia di comunicazione per ogni paese in cui si vuole operare? E’ a dir poco imbarazzante vedere come non ci si ponga nemmeno il quesito che, forse, chi riesce a farsi riprendere “per qualsiasi stupidaggine” magari abbia fatto nel tempo una azione progressiva di brand awarness e sia riuscito a catalizzare l’interesse degli opinion leader. Ci si pone il quesito di quale servizio utilizzare su scala globale, e non di come ci si vuole posizionare. Si da per scontato, infine, che la comunicazione sia indifferenziata tra nazione e nazione. Non si valuta minimamente la possibilità che esista una diversità culturale ed economica che, nonostante la globalizzazione, continua a persistere tra nazione e nazione.  Insomma manca totalmente un approccio strategico. Domandiamoci, poi, perché i budget vengono tagliati e perché le imprese lamentino dei ritorni sugli investimenti.  Bah, resto basito, basito e, ancora, basito.

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