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Tag: business-to-business

PR, B2B E SOCIAL MEDIA

Ho condiviso anche su FriendFeed l’interessante post di Wendy Marx su B2BMMarketingPosse. Si inserisce bene nella discussione di come i social media possono essere applicati alla comunicazione B2B. Chiaramente ogni strumento ha le proprie regole, quindi il lavoro del PR che intende utilizzarli aumenta in modo esponenziale a seconda della quantità e del tipo di social media utilizzato. Quindi, come evidenzia Wendy riassumendo il post di Sherik, un comunicato stampa deve: Essere ottimizzato per i motori di ricerca – (si, mi piace!) That means having a headline and keywords (typically three is recommended) sprinkled within your release. It means having a short headline that will be visible within the 65 characters Google displays. It means having hyperlinks and a call to action. Your call to action can be a special offer or the opportunity to get a new article or white paper or book chapter. Ideally, you’ll have a landing page connected to your call to action making it easy for someone to get to and easy for you to track your results. Deve avere una versione per i social media – (si, anche questo…) We find a good way to do this is to use PitchEngine, which not only lets you quickly create a social media release but lets you propagate your release online via sites like Delicious and Stumble Upon. This makes it easy for others both to find and share your release. Onestamente non conoscevo PitchEngine, ovvero un servizio per gestire i social media come press target ed avere un’agenzia che si occupa di raccogliere e diffondere i comunicati. Comunicati che, ovviamente, non sono nel formato classico ma studiati per essere indicizzati e richiamare l’attenzione del “lettore”. Ad ogni medium il proprio messaggio – (verissimo, ma…) E’ chiaro come su Twitter ci siano dei limiti “fisici” di lunghezza (i famosi 140 caratteri) e che necessariamente non si potrà inviare un comunicato classico. Il Tweet, quindi, dovrà avere un titolo conciso e di richiamo e, grazie a TinyUrl o altri, si dovrà inserire il link all’approfondimento. In relazione a Linkedin, pare che Sherik suggerisca di andare a pubblicare i comunicati nei principali gruppi B2B. Io personalmente ritengo che sui social network sia praticabile solo in parte la mera diffusione dei comunicati. Se da utente posso tollerare, anche se poco, un Tweet o un post su Friendfeed, andrei cauto nell’inserimento di un SMR su una news di un gruppo. Un social network è un momento di condivisione, di confronto, di scambio di idee. Postare un comunicato così “a ciel sereno” da utente lo troverei invadente, fuori luogo e, soprattutto, mass-mediatico. La soluzione per cui opterei, piuttosto, è l’apertura di una discussione su un argomento (coerente al gruppo), coinvolgere i partecipanti…

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B-to-B to Facebook

Sono stato invitato ad iscrivermi alla fan page facebook di Value Team. Ovviamente non ho potuto esimermi dall’entrarne a far parte. Mi sono subito posto la domanda: “Ma una azienda come Value Team cosa ci fa di una fanpage su facebook?”. Può essere lecito chiederselo, se si pensa a facebook come un insieme di ragazzini che non hanno niente di meglio da fare se non controllarsi le pagine a vicenda o a cercare contatti o giocare ad uno delle migliaia di advergame presenti. Il social network conta tra i propri iscritti molti professionisti. Non sono solo addetti ai Sistemi Informativi (smanettoni per definizione) o professionisti di marketing (curiosi di qualsiasi novità). Sempre più spesso si tratta di AD, General Manager, HR Manager. Perché questi signori si iscrivono a Facebook, quando per le relazioni di business ci sono strumenti quali LINKEDIN, XING e altri? Ho provato a darmi qualche risposta: Facebook permette maggiore “comunicazione”. Mentre in LinkedIN, ad esempio, per interagire con le persone puoi usare o le email o, nel caso in cui tu sia iscritto a qualche gruppo, le discussion board, Facebook offre: chat (comunicazione sincrona), Wall (comunicazione asincrona ma 1-a-1), Private Messages, Gruppi All-in-one. Dai gruppi più “seri” al divertissement allo stato brado. Su Facebook posso fare un po’ quello che mi pare a seconda del momento. Inform-alità e Inform-azione. Dalle interazioni sui wall, ai contributi nei gruppi, posso ottenere tutta una serie di informazioni indirette sul mio interlocutore che non mi offrono i business network. E’ proprio l’aspetto informale ad essere il punto chiave. Ecco che Facebook diventa, quindi, una piazza in cui anche un’azienda B2B può trovare il proprio spazio. Per fare cosa? Le potenzialità dipendono come sempre dagli obiettivi. Resto convinto che non sia un canale di vendita, ma di relazione. Quindi perché la mia azienda B2B dovrebbe aprire una fan page? Alcune considerazioni già le feci in un altro post. Condivido completamente anche quanto sostenuto da Mac McIntosh: For complex sales with an extended consideration and buying process, keeping in touch is important over the long term, and networking offline and online can keep your people top-of-mind with prospects. First seek out those you know in your company to be well-networked, see what tools they’re using and if it’s making a difference. Consider implementing a department-wide or company-wide set of services such as Facebook, LinkedIn, or others, and encouraging those inside your company to link with prospects and current customers. It’s one way to stay in the know about what the market needs and to let them know when you’ve got a new solution to help their business. One issue you might be faced with is maintaining the quality of communication and a consistent…

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