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Tag: futurismo

Immaginare il futuro contro una società in declino

L’età dell’oro si può riconoscere quando una società riesce ad immaginare il futuro. Non importa quanto strampalato o visionario esso sia. Quello che conta è la capacità di dire “oggi siamo qui e un domani arriveremo di là“. Gli anni del secolo breve e poi gli anni 50, 60 e 70 sono proprio l’esempio di questo. Il futurismo vide protagonista nuove forme tutte orientate alla conquista dello spazio. Dagli anni 50 fino agli anni 70 i generi letterari seppero creare un immaginario dell’eveluzione dell’uomo che, proprio in questi anni, avrebbe dovuto viaggiare su macchine volanti, superare la velocità luce e vivere in una società totalmente differente. E questa pulsione, questo ottimismo, spinse ogni ambito produttivo e intellettuale a lavorare per questo fine. Anche gli anni 80 e 90 con la computer science ci fecero vedere un futuro che avrebbe di lì a poco portato alla società dell’informazione globale, alla globalizzazione. Sicuramente diversa da quella che oggi ci si presenta, ma con alcuni pochi tratti che riconoscibili: abolizione di barriere spazio-temporali e influenze globali di eventi locali. Negli ultimi otto anni,  precisamente dopo il crollo della new economy e gli attentati dell’11 settembre, hanno mutato lo scenario. Da prospettive di evoluzione a visioni di involuzione, da fiducia nel futuro a incertezza assoluta. Fenomeno che si è velocemente radicalizzato, forte anche della diffusione globale permessa dalla rete. Tuttavia esistono nuovi fenomeni che si stanno diffondendo, proprio in funzione di una ridefizione profonda dei modelli sociali che è in atto e che è stata, forse involontariamente, scatenata dalla rete. Questo fenomeno è da molti definito “user generated qualcosa”, ma si tratta di una presa di coscienza che fa vedere il singolo protagonista e attore di quello che succede: fenomeni come i meetup di Grillo, i gruppi di think tank, la nascita di network reali da network vituali (come accade con i ClubIN). Sono segnali di qualcosa che si sta muovendo e che sta ridefinendo il modello sociale.

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