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Tag: politica

Guerrilla Marketing Politico

Pare che ieri, molti di voi (io, ahimè, no), abbiano potuto ammirare striscioni aerei inneggianti Silvio Berlusconi e altri di voi (purtroppo sempre io escluso), abbiano letto numerosi volantini contro Silvio Berlusconi e abbiano visto apparire enormi V rosse sulle spiagge. Tutti voi avete avuto la fortuna di assistere al nuovo stadio della comunicazione Politica, mutuato dal mondo del marketing: il Guerilla Marketing Politico. Dopo Coca Cola vs. Pepsi e XBOX vs. Nintendo, ora arriva Silvio vs. Resto del Mondo. Va detto, comunque, che anche questa volta il PDL/Berlusconi ha saputo spiazzare tutti in quanto ad abilità di comunicazione e la reazione da parte di Rossi (PD) e Crimi (M5S) gli hanno regalato nuovamente il primato. Quello che mi atterrisce è, comunque, il fatto che non sia più comunicazione della politica ma politica della comunicazione.

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Cifre tonde

Le cifre “tonde”, quelle con gli interi per intenderci, mi inquietano. Mi danno sempre l’idea di pressapochismo, di una cifra messa lì solo per indicare dei numeri per far contento qualcuno ma di cui non si conosce la provenienza e poco importa. Nel realizzare Business Plan e piani di sviluppo, mi sono spesso trovato difronte a reazioni esterrefatte quando, calcoli alla mano, si presentavano cifre specificate all’unità. La reazione era sempre quella del timoroso. “Se metti questo dettaglio, rischi che ci chiedano di giustificare la cifra e poi come facciamo? abbiamo bisogno di flessibilità” Ecco il punto. Tutto deve essere relativo, il rispetto degli impegni un optional. Allora la cifra puntuale chiama responsabilità, quella tonda di permette di andare un po’ sopra o un po’ sotto dicendo “visto, comunque ci sono andato vicino”. Non solo, la cifra tonda di permette di spostare soldi da una parte all’altra in modo più flessibile, cambiare destinazione di finanziamenti rendendo più facile ridistribuire i numeri e ottenere sempre lo stesso totale. La cifra non tonda, invece, di costringe ad essere meticoloso nella gestione, a guardare il centesimo di spesa o di fatturato, a non poter trasferire finanziamenti senza che non emerga immediatamente. Perché, la cifra puntuale, richiama l’attenzione di chi la legge. In Italia siamo troppo abituati a lavorare per arrotondamenti successivi.

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Branding all’Italiana

La dimostrazione che non basta cambiare marchio se sotto non c’è il prodotto. Un marchio se fondato su valori e identità dura, altrimenti deve riciclarsi periodicamente per darsi una rinfrescata. il PCI era la Coca Cola (identità, storia, valori, riconoscimento), dal PDS in poi abbiamo i prodotti civetta.  

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Il potere dei comici*

*di Özgür Mumcu pubblicato su Radikal  il 28 Febbraio 2013 traduzione dal turco di Simone Favaro “Secondo Grillo Il Movimento 5 Stelle ha i piedi nella gente, la testa in internet. Pertanto anche se la maggior parte del lavoro è su Internet, un’altra parte importante consiste nella strada.” Potrebbe riuscire un comico Italiano nel 2013 in ciò che non fece un comico Francese nel 1981? Possibile, guardando i risultati delle elezioni İtaliane che si sono manifestati questo lunedì. Il coraggioso e sorridente comico dal cuore gigante Coluche, decide di partecipare alle elezioni presidenziali del 1981 in Francia. Diceva di essere il candidato dei fannulloni, dei drogati, degli omosessuali, delle donne, dei parassiti, dei giovani, degli anziani, degli artisti, degli evasi dalle carceri, dei travestiti, dei pazzi, dei vecchi comunisti, dei neri, degli arabi, dei Francesi e del non voto. I sondaggi elettorali prevedevano che avrebbe preso il 15%. Il pagliaccio dal naso rosso Coluche durante la campagna elettorale aveva disturbato l’intera classe politica Francese dicendo “La politica è semplice, basta avere una buona coscienza e per questa una memoria corta”. Si ritirò dalla competizione poco prima delle elezioni dopo l’omicidio del suo regista. Lunedì il Movimento 5 Stelle fondato dal comico Italiano Beppe Grillo è diventato il terzo partito d’Italia (si basa sul risultato di coalizione, NdT) prendendo il 25% dei voti. La famosa rivista di tecnologia Wired ha valutato i risultati delle elezioni come la trasformazione di un blog di Internet nel terzo più grande partito d’Italia. Per dichiarazione anche dello stesso Grillo che ne è il megafono, il movimento originariamente si organizza via Internet. Alla base dell’organizzazione c’è il blog personale del comico. Secondo Grillo Il Movimento 5 Stelle ha i piedi nella gente, la testa in internet. Pertanto anche se la maggior parte del lavoro è su Internet, un’altra parte importante consiste nella strada. Già il 5 Stelle deve alle manifestazioni di strada la comprensione della sua forza di massa, in particolare al V-day. Scrivere a cosa è equivalente la V nell’espressione V-Day potrebbe portare a problemi legali, mi accontento di dire solo che quella V è l’abbreviazione della parola Italiana “Vaffanculo”. Da noi (in Turchia, NdT) potrebbe forse essere tradotto come S-Günü (1). Quello che si vede in Italia, è lo scendere in campo della scelta anti sistema. Respingendo i partiti tradizionali, la formazione politica populista senza una apparente linea ideologica è il problema. Ma realmente è questa la questione. La direzione uscita dopo il voto per uscire dalla crisi vede all’ordine del giorno una grande coalizione tra centro sinistra e centro destra. In questa eventualità si determina la crescita maggiore della opposizione al sistema e la possibilità che il partito di Grillo prenda la metà…

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Europei: Germania-Inghilterra, Italia al centro

Riprendo qui una piccola riflessione che ho proposto anche su Facebook L’Italia è diventata il campo di gioco tra Inghilterra e Germania. Da un lato i quotidiani Inglesi osservano (il Guardian in particolare) con positiva curiosità al fenomeno M5S, criticando nel contempo le politiche Europee. Dall’altro i quotidiani Tedeschi evidenziano una minaccia nella presenza di una forza politica non-allineata. Proprio in un articolo del Guardian, pubblicato oggi ieri a firma di Simon Jenkins, la vincita di M5S viene presa a “pretesto” per sottolineare e criticare le politiche di austerity attuate dall’Europa evidenziando come la posizione anti-austerity si stia largamente diffondendo anche in paesi come la Francia ed evidenziando come queste politiche non siano rivolte allo sviluppo, ma solo alla “ragioneria”. Viceversa i Tedeschi additano l’Italia come “cattiva, cattiva, cattiva” che non capisce la bontà dell’Europa, senza la quale sarebbe al collasso. Senza ricordare, però, che questo sentimento inizia ad essere largamente diffuso anche all’interno del proprio paese. L’Italia sarà decisiva per l’Europa e per il modello economico. Non tanto per la tenuta dell’Euro o per il debito pubblico o per il fatto che in una eventuale uscita dalla moneta unica i creditori perderebbero soldi. Quanto, piuttosto, per l’intero modello Europeo. Se M5S dovesse avere successo nei suoi propositi di rivedere completamente il sistema politico ed il modello economico del Paese, effettivamente rilanciando l’economia interna (sull’export non abbiamo alcun problema), altri paesi si accoderanno a questo modello (siamo pur sempre la Quarta economia dell’Europa secondo quello che dice Angela Merkel Schultz) e la Germania si troverebbe in una posizione di minoranza. Verrebbe a quel punto imposto un nuovo sistema ben lontano dall’indipendenza del sistema finanziario rispetto a quello politico, imponendosi un disegno in cui la finanza e l’economia diverrebbero strumento della Politica e non viceversa. Di qui, al di là delle questioni di Spread che per loro funzionamento sono legate al breve-medio periodo (gli interessi si pagano annualmente), si capisce la reazione dei mercati che si troverebbero a non poter guidare più il flusso di capitali. Mi sono spinto oltre e forse la mia è fantapolitica, ma sapendo che i Tedeschi per loro cultura non ragionano sull’oggi ma lavorano su piani a 20-50 anni, un dubbio in tal senso ce l’ho.

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