Skip to content →

Tag: pubblicità

Quando la creatività era un mestiere

Una volta la creatività era un mestiere. Il pubblicitario, l’artigiano della comunicazione. Qualche settimana fa Marco Testa ha scritto su SETTE un memoriale al padre Armando in cui ricordava il modo di lavorare di uno dei più importanti pubblicitari italiani. Quanto traspariva è quello che oggi vedo mancare sempre più spesso sia nei team interni di comunicazione sia nelle agenzie: il tempo della creatività, cioè il tempo che richiede il pocesso creativo, la condivisione, il “brief”, il confronto, l’elaborazione delle idee. Capita anche a me di sentirmi richiedere estemporaneamente: “inventati qualcosa per promuovere il prodotto. Ah sì, mi serve per domani”. Ovviamente questo esaurisce tutto il patrimonio informativo sui cui lavorare. La creatività è un processo che ha pari dignità di qualsiasi attività progettuale e che, ancor più che in altri ambiti, richiede collaborazione. Marco Testa diceva che suo padre “da buon comunicatore” chiedeva il parere di tutti perché non voleva che il suo messaggio non fosse capito; chiedeva il parere di tutti e li stava ad ascoltare. Quante sono le agenzie che oggi praticano i test sui messaggi? Chiaro, non è solo colpa loro. I ritmi di lavoro sono talmente “frenetici” che non lasciano il tempo di coltivare il processo creativo. Ma perché si accettano dilazioni di tempi sulle stime di progetto (edilizia, software, ingegneria) e non in quello creativo? C’è una visione distorta, un po’ naif, del “creativo” quale artista parigino armato di basco, pipa e oppio. In realtà il creativo è esattamente l’opposto, se è un professionista. Se non si coltiva il processo creativo il risultato è inevitabile: format pubblicitari alla Endemol in cui cambi prodotto, cambi payoff e hai la stessa pubblicità per settore merceologico. Economie di scala? No, stitichezza creativa.

One Comment

Scusate, è successo anche a me!

    Eh si, signori miei, è successo anche a me.   Avevo pubblicato un post sull’infoproduct citando come “best case” un blog (che ora non posso citare) e in cui sostenevo come, finalmente, esistesse un esempio Italiano di infomarketing degno di nota. A partire dall’osservazione di questo blogsite avevo isolato alcune caratteristiche che dovrebbe avere un blog mirato all’infomarketing. Arrivo a casa e mi trovo una email dell’ufficio legale dell’azienda (che ovviamente non cito) e che mi intima di rimuovere entro 24 ore il post pena la denuncia di violazione dell’utilizzo del marchio perchè, l’utilizzo fatto, era considerato lesivo dell’immagine aziendale.  Vi scrivo poichè abbiamo riscontrato che state utilizzando sul vostro sito, senza autorizzazione il marchio [CENSORED], fornendo informazioni che denigrano l’immagine del nosto sito nonchè divulgando informazioni riservate. Che dire? sono esterefatto. Capisco se ne avessi parlato male, capisco se li avessi dipinti come truffaldini. Ma prendere un blog o un sito come esempio sano di infomarketing e sentirsi minacciare di danno di immagine… inoltre dove sono le informazioni riservate dato che tutto ciò che cito è pubblicato proprio sul loro sito?  Dei responsabili, monitorano quotidianamente le testate ed i siti presenti su internet, per tanto, nell’eventualità in cui si dovessero ripetere altre violazioni nei nostri confronti, procederemo, SENZA ALCUN PREAVVISO alla citazione in giudizio, sulla base degli articoli che disciplinano la tutela di informazioni riservate ed il trattamento di marchi registrati. Ancora… ma riservate di cosa? Se le informazioni fossero riservate, quantomento dovrebbero essere protette da Password se non, addirittura, non pubblicate. Sul trattamento dei marchi registrati posso capirlo, anche se, come ho detto, non è stato fatto alcun uso a fini di diffamazione. A proposito di word-of-mouth marketing… Comunque, come disse Garibaldi, Obbedisco! Questo è un blog personale tenuto a tempo perso. Sinceramente essere citato per aver fatto pubblicità positiva proprio non mi va e lasciare il post non me ne viene nulla. Quindi l’ho rimosso. Scusate!

Leave a Comment