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Tag: startup

Il porno sposa le cause

Il porno è sempre il laboratorio delle potenzialità della rete. Una industria da oltre 100 miliardi di dollari. Se una parte di questa enorme cifra fosse in qualche modo intercettata e destinata al sostegno di cause? Come4.org è l’idea semplice e geniale di due italiani: Marco Annoni (dottorato di ricerca in Filosofia ed attualmente si occupa di ricerca) e Riccardo Zilli (urbanista, ma si occupa di web e startup). Il progetto, per cui stanno cercando finanziamenti su Ulule.com, vuole creare una piattaforma di caricamento e condivisione di contenuti user generated porn. Ciascun utente, a seguito di registrazione gratuita, potrà caricare i propri video auto-prodotti (che dovranno rispettare certe caratteristiche, pena la cancellazione) e associare il video ad una causa. Il ricavato dalla vendita di spazi pubblicitari, quindi, verrà ridistribuito alle cause associate ai video visualizzati in proporzione al numero di visualizzazioni e, quindi, di popolarità. Scrive Riccardo Zilli a commento del post di Gianluca Dettori su Facebook: […] il porno è sbagliato? no. fa girare dei soldi? si. ok ne prendiamo un pò e facciamo della beneficenza.(c’è anche un pò di provocazione in questo chiaramente 🙂 ) Il claim della campagna è fenomenale (Cosa faccio per il mondo? Una sega)per non parlare del video di presentazione del progetto, carico di ironia, ideale per non affogare l’idea nella volgarità, nella libidine e nella rete dei perbenisti. Come4.org – Presentazione Progetto (YouTube)

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La terra dei cachi (digitali) ?

Non voglio entrare nella disputa “Startup Si”, “Startup no” (la terra dei cachi?). Non ne so molto, quindi mi astengo dal valutarne utilità o meno. Tuttavia, ho letto l’articolo di Repubblica relativo alla 17enne che crea una Rete Neurale volta alla diagnosi dei tumori (con una accuratezza sconcertante); leggo, ad esempio, delle startup in corpo all’MIT le cui applicazioni hanno utilità sociale e/o economica. Poi penso ai casi italiani (uno per tutti Volunia) e mi vengono alcune riflessioni: le startup Italiane sono solo tecnologiche. Puntano all’adozione della tecnologia più all’avanguardia e cercano di confezionare un prodotto appetibile commercialmente sono “fashion addicted“. Fatti salvi alcuni casi, molti prodotti sono finalizzati all’enterteinment. Non fanno reale ricerca. Probabilmente perché mancano di un committente pubblico o privato con reale interesse nel “miglioramento” della società, i prodotti realizzati sono quasi esclusivamente indirizzati al “gioco”. Ne ricavo l’impressione (e la conferma) che manchi lo spirito di “innovazione” inteso come miglioramento. Riprendendo il caso della Rete Neurale Anti-Tumori, con ogni probabilità sarà costutuita una società per migliorare il prodotto e commercializzarlo. Diventerà business. Alla sua base, tuttavia, c’è una finalità differente. Non è l’applicazione “mi piace” o che mi fa migliorare l’esperienza su Istangram. Sarà una applicazione che potrebbe contribuire a salvare moltissime vite. Mi chiedo quindi: continuiamo ad essere la terra dei cachi anche qui?

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