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Tag: twitter

Posterous has been acquired by Twitter

Posterous has been acquired by Twitter. This is the official email I received: I’m thrilled to announce that Posterous has been acquired by Twitter! The opportunities in front of Twitter are exciting, and we couldn’t be happier to bring our technology and expertise to hundreds of millions of users around the globe. Plus, the people at Twitter are genuinely nice folks who share our vision for making sharing simpler. Posterous Spaces will remain up and running without disruption. We’ll give users ample notice if we make any changes to the service. For users who would like to back up their content or move to another service, we’ll share clear instructions for doing so in the coming weeks. You can find more information answers to other questions you may have here. Finally, I’d like to offer thanks to everyone, especially those who have been with Posterous since day one. The last four years have been an amazing journey. Your encouragement, praise and criticism have made Posterous better, and I really appreciate everything you’ve done. Thanks again and I look forward to building great things for you at Twitter. – Sachin

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Tweet different

La rete è piena di suggerimenti su come aumentare i propri follower, su strumenti di analisi e di gestione del proprio account. Ma di post che vadano al di là dello strumento e sulla gestione della relazione (quella vera, fatta di persone dietro agli account) ce ne sono pochi. Ecco perchèha catturato la mia attenzione l’articolo pubblicato da Daily Bloggr il cui titolo è significativo: “4 Semplici modi di mostrare amore e rispetto ai propri follower”. In sintesi: 1) Fai retweet a chi twitta/retwitta il tuo blog / tuoi link 2) Se hanno un sito, iscriviti ad esso e aiutali a promuovere i loro contenuti 3) Aiutali sostenendo i loro sforzi 4) Connettiti con loro su altri social media Viene ribaltato il punto di vista: dal più comune utilitaristico e monodirezionale (i follower sono le vacche da mungere per la propria reputazione, gli sputo fuori i miei tweet.fine) a quello di reciprocità.

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Social web, oltre l’ascolto c’è di più

Noto, con dispiacere, che gira ancora molta fuffa sul social web. Oltre a parlare di “ascolto”, del paradigma della comunicazione bidirezionale, di tecnologie e ad aggiungere “social” a modelli consolidati (social crm, social marketing, social vattelappesca) c’è poco, pochissimo altro. Anche i casi di studio che vengono presentati alle conferenze lasciano intravedere solo ed esclusivamente un innamoramento verso la tecnologia e l’immaginario che la circonda. Lo stesso innamoramento per cui a cavallo dell’anno 2000 se non avevi un sito web non eri nessuno (come dice Sabelli Fioretti : chi non ha un sito oggi?). Si vedono pochissimi esempi di nuovi modelli di business, nuove idee. Si prende l’esistente e lo si re ingegnerizza in termini “social”.  E questo va bene se lo fanno Oracle, Microsoft, SAP che di mestiere fanno i tecnologici. Non va più bene quando sono start-up di nuove imprese o agenzie di “comunicazione” che a modelli tradizionali aggiungono l’elemento social aggiungendo “ShareThis”, gli RSS, aprendo pagine su Facebook e account twitter, aggiungendo pulsanti di integrazione. Per veicolare cosa? Per fare che cosa? Quale valore aggiunto danno, rispetto a quello che potrebbero fare SENZA i social media? Il valore aggiunto è solo per chi lo fa, non per chi ne usufruisce. Dove sta la vera novità dei Social Media tanto sbandierata dai GURU italiani? Se all’estero nascono progetti come Foursquare – che oltre all’aspetto tecnologico hanno un’idea di business ben precisa, identificabile e offrono qualcosa che prima non c’era – in Italia non vedo esempi di questo tipo. Eppure di spazi ce ne sono molti. Specie con il mobile che cresce di giorno in giorno. Qui – come sin commentava ieri con un amico – si ragiona ancora in termini di desktop. Eppure il mobile anche in Italia è in forte crescita.

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Sesto Potere: PadovaNews amplificherà le notizie dei followers

Padova News farà da amplificatore ai propri followers che pubblicheranno tweet con tag #pdnews. La notizia è stata veicolata dalla stessa redazione ieri su Twitter:  PadovaNews farà un retweet dei post che utilizzeranno il tag e le cui notizie saranno il più complete possibili. Padova News – il quotidiano di Padova On Line – è il primo organo di informazione mainstream che ha iniziato ad utilizzare #pdnews subito dopo la mia proposta, sempre via twitter, di aggregare le notizie relative a Padova con l’hashtag #pdnews. L’idea deve essere piaciuta, visti i retweet alla proposta e l’utilizzo dell’hashtag da parte di alcuni. La proposta era nata lo stesso giorno del post sulla micro e macro informazione che, a sua volta, si basava su riflessioni fatte in merito all’informazione iperlocale, di cui Mirano Community Network è probabilmente tra i primi esperimenti. Oltre a #pdnews, come ho pubblicato su FriendFeed [RSS Link] via GoogleBuzz, esistono i tag: #venews per Venezia, #tvnews per Rovigo, #vrnews per Verona, #vinews per Vicenza, #vennews per il Veneto. In sintesi si tratta di costruire un hashtag composto da: # +  [sigla provincia] + news e di renderlo disponibile ai propri follower per taggare le notizie territoriali PRECISAZIONI Ho commesso un errore di valutazione. PadovaNews di Twitter non è collegata al quotidiano on line PadovaNews precedentemente indicato.

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Io buzzo, tu twitti, egli si perde: chi vincerà nella lotta del social networking?

Il social networking piace al pubblico e quindi, come è naturale che sia, le aziende si buttano nello sviluppo di piattaforme alla ricerca di una fetta di mercato. Il risultato è che ci sono quasi più strumenti si socializzazione, di quanti sono gli utenti. Luca De Biase solleva un problema non indifferente per chi li utilizza come utente, ma indubbiamente impattante anche per le imprese: l’attenzione, richiesta sia per imparare l’utilizzo dello strumento, sia per unire e le informazioni provenienti da più fonti. Il secondo aspetto è molto delicato, specie per chi utilizza lo strumento al fine di comunicazione: all’aumentare del numero di canali e di fonti che li utilizzano, aumenta il rischio che il messaggio diventi rumore e non arrivi a destinazione. Ecco che nella guerra del social networking vincerà la piattaforma che: riuscirà ad integrare al meglio le sole-apps in un unico cruscotto affinerà la ricerca semantica dei contenuti organizzerà i contenuti non per persona ma per tema (tweeter lo fa bene con gli hashtag) Uno dei problemi che ancora rilevo sulle piattaforme è proprio questo: l’organizzazione della discussione per persona e non per argomento. Ma che discussione è se si incentra sul mittente e non sul contenuto?

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