Skip to content →

Month: March 2009

Netiquette 2.0 in pillole anti…

  Uno stralcio di netiquette 2.o in pillole proposto da B.L. Ochman su AdvertisingAge. Non c’è sicuramente la scoperta dell’acqua calda, ma a qualcuno servirebbe ricordarlo… 1. Sii umano….  Don’t use programs that auto-follow anyone who follows you on Twitter. It’s a social network, not a robot network. Don’t broadcast messages on Twitter using bots. You’ll just damage your brand, personal or corporate. 2. …Poco è bello se lo sai fare bene… […]. Sending less e-mails is polite 2.0. If you must have the last word, change the subject line to “TTYL, end” so the person knows they don’t need to read your 10th damn “goodbye” e-mail. If you’re a sending a pitch, (business service, PR, report, etc.) don’t address the e-mail “Hey,” “Hey again,” “Yo,” “All,” “Dear [ ],” “Dear Blogger,” or “Dear First_Name.” Don’t say “Dear Mr Ochman.” Say “Dear B.L.” or “Hi B.L.” if you don’t know me, and are too lazy to look at my photo on my blog or website, and are not sure if I’m male or female. I think I speak for most people when I say that I prefer informality to a sex-change operation. Check Snopes.com before you send an e-mail about the inventor of penicillin who gave an apple to someone’s daughter, or whatever that stupid e-mail was about that went around recently. Use “Bcc” — not open lists — for e-mails sent to several people. Do not forward e-mail without deleting the name and e-mail and other extraneous information from the person who sent it first. [pare impossibile, ma c’è chi lo fa ancora!, NdR] Do not send freaking chain letters or anything that says “Forward this to 10 people in the next 10 minutes or your left ear will fall off.” Ever. And don’t send petitions in e-mail — all of the legitimate ones are online. Send a link. [e chi non ne è oggetto quasi quotidianamente?] 3. Apprendi il dono della sintesi Do not send endless messages via Facebook, etc. You’re not that interesting. 4. Sii paziente! Don’t IM unless you have something to say that I might actually want or need to know and that really can’t wait for an e-mail response.

Leave a Comment

Facebook mi perseguita!

Capitano giorni in cui, per una qualche ragione, ovunque ti giri trovi sempre riferimenti ad uno stesso argomento. Ieri per me è stata la giornata di Facebook. No, non perchè sia stato tutto il giono a girovagare per i contatti, ma perchè mi sono imbattuto più e più volte in post ed articoli focalizzati sul social network. Inizio con il leggere Gianluca Diegoli che, su MiniMarketing, pone il quesito se convenga o meno essere presenti su Facebook (argomento che in parte ho trattato pochi giorni fa anche io). Mi arriva, quindi, un alert di 01Net Blog con il post “Facebook Si o No?”. Qui, invece, si parla dei blocchi o meno del network in azienda (toh, mi ritorna qualcosa qui e qui). Ancora, la newsletter di Ad Age Digital mi riporta il post “Facebook’s Changes  Gives Brands More Freedom“; ottimo il sotto titolo “But Can Marketers  Respect Social-Network Netiquette?”  Poi non ditemi che soffro di manie di persecuzione! 🙂

Leave a Comment

I social network in azienda

Attraverso l’ottimo Ninja Marketing sono arrivato a questa interessante ricerca che conferma ulteriormente l’efficacia dell’adozione dei Social Network in azienda. Riprendendo quanto riportato da Ninja Marketing sulle conclusioni dell’indagine: La conclusione, che conferma la teoria iniziale dei ricercatori, è che il social networking all’interno delle imprese può giocare un ruolo importante nel creare e mantenere relazioni tra i dipendenti, nel supportare il raggiungimento di obiettivi e potenzialmente nell’aumentare il capitale sociale dell’azienda. Un piccolo esempio lo avevo avuto dall’esperienza raccontata durante l’evento “il Social Networking nel Veneto“.  La ricerca ha inoltre messo in evidenza che l’utilizzo del social network sia visto come motivo di avanziamento carriera e di promozione delle proprie idee: […] we identified two additional motivations: carreer advancement and the ability to convince others to support ideas and projects. Employees use Beehive (il social network di IBM oggetto della ricerca, NdR) to present themself professionally and to network with those they belive can assist them in their career goals within IBM. And those looking to promote a project or an idea use the site’s features to advertise and gather support other users for the plans. Maggiori sono le dimensioni dell’azienda e più strategica diventa la presenza di un social network come strumento di knowledge sharing, team building, problem solving e, soprattutto, come mezzo per la riduzione dei costi diretti e indiretti derivanti da trasferte, riunioni e ricerca informazioni.

Leave a Comment

Su Blog e Giornalismo. Prosegue il dibattito

Inizialmente avevo intenzione di rispondere direttamente nei commenti della replica di Anna Bruno al mio post, ma la lunghezza del testo me lo impediva. Trovo alquanto stimolante questo tipo di conversazione. “Non è assolutamente quello che ho detto. Cito testualmente il punto del mio post: “L’idea dei blog, dei diari personali, è un’idea democratica. Nel pieno rispetto del diritto di informazione e di parola, ognuno di noi esprime la propria opinione. Chi legge è ben conscio di ricevere il pensiero dello scrittore e, soprattutto, le opinioni di chi anima il blog“. In estrema sintesi, si ai blog come espressione del proprio pensiero, no ai blog come fonte di informazione.” Appunto stiamo parlando di libera espressione. Le opinioni delle persone si formano principalmente sulla chiacchera da bar ancor prima delle fonti informative ufficiali. Questo implica, a mio avviso, che un lettore di blog parte già dal presupposto che sta leggendo l’opinione di una persona e quindi è comunque in grado di filtrarla come tale. Se così non fosse, allora non solo si dovrebbe regolamentare la pubblicazione di blog, ma anche la libertà di pensiero e di parola se si ha il timore che si possano diffondere fatti e opinioni distorti.   Questa è un’opinione personale ed è giusta se manifestata sul proprio blog in modo che chi legge riconosce il senso dell’affermazione ovvero opinione personale e non fonte di informazione. Questa affermazione è grave se scritta su una testata giornalistica in quanto non si sorregge su dati di fatti ovvero prove. Vorrei solo richiamare alla mente i casi in cui molti professionisti hanno preso come fonte un blogger, molto spesso bucando la notizia proprio perché non hanno verificato. Mi pare che, agli effetti, siano gli stessi giornalisti a dare un riconoscimento non richiesto ai blog.   Non voglio scomodare troppo Google per tirare fuori articoli su come si costruisce l’autorevolezza di un blog o di un qualsiasi sito. Mi piace citare un post tratto da un blog  che si sofferma sull’importanza dei BL (Back link) per far salire la reputazione di un sito, argomento che in questi ultimi tempi ha visto il proliferare del fenomeno degli scambi e acquisti link e di come Google ha dovuto prendere le contromisure. La reputazione a cui mi riferivo non è quella di un sito, ma di un blogger e non sempre le cose coincidono. I BL sono una tecnica che al limite ti fa salire nel page rank di google e ti da visibilità, ma questo non ti da automaticamte reputazione e autorevolezza. Sono la persona e i suoi contenuti che sono autorevoli, a prescindere dal mezzo attraverso cui si esprimono. Ottimi contributi sulla questione li ha dati Maurizio Goetz in vari post.  In…

One Comment

Su blog e giornalismo

Avrei voluto commentare il post direttamente sul blog di Anna Bruno. Tuttavia non mi è possibile perché i commenti sono chiusi. Quindi, rispondo qui, ma tengo a precisare che ho mandato una email di notifica della mia risposta, in modo tale da poter permettere una eventuale replica. In sintesi: Anna Bruno torna sul tema della legge sull’editoria appoggiandola in quanto, ritiene, serva a garantire una qualità dell’informazione minacciata da un proliferare di blog che si mascherano dietro ad una autorevolezza informativa che in realtà non hanno. E’ una posizione abbastanza comune tra i giornalisti (non tutti per fortuna) ma la ritengo quanto meno superficiale e sicuramente mancante di una conoscenza del fenomeno dei social media. Chi ‘vive’ il fenomeno dei blog e dei social media da dentro sa che ciò che rende autorevole una fonte è la ‘reputazione’; e la reputazione di un blogger è costruita perché qualcun altro gli riconosce la competenza: maggiore è la reputazione di chi riconosce, maggiore sarà la reputazione del blogger; e, ancora, quando un blogger si gioca la reputazione, automaticamente viene ‘squalificato’. Non si può dire lo stesso di un giornalista che lavora solo in virtù di una autorizzazione riconosciuta da un ordine composto dai suoi stessi colleghi e, come si sa, “cane non mangia cane”. Questo ancor più dimostrato dal fatto che le testate on line generalmente non permettono mai di commentare le notizie. Altro punto che non condivido è paragonare la professione giornalistica a quella del medico, dell’architetto, ecc. Premesso che non esistono professioni di serie A e di serie B e che ritengo che tutti gli ordini professionali siano anacronistici e andrebbero aboliti (ne parlo anche qui in parte), il giornalismo è proprio una di quelle professioni che non dovrebbero avere un ordine professionale. La presenza di un ordine che voglia gestire l’informazione va nella direzione opposta rispetto alla tanto declamata pluralità di informazione ed espone, inoltre, a un controllo che non sempre è attuato per “garanzia” (ricordiamoci che l’ordine dei giornalisti è stato voluto da Mussolini). Infine, non è assolutamente vero che un giornalista – anche se iscritto all’ordine – tenga separata l’opinione personale da quella professionale, anzi. Nessuno può garantirlo. La sola scelta delle parole in un articolo, la scelta di immagini in un servizio sono frutto di libero arbitrio di chi fa il pezzo e che decide cosa secondo lui è più importante evidenziare rispetto ad altro. Quindi, anche se i fatti sono “veri”, le fonti certificate ed il pezzo controfirmato da un direttore responsabile, la notizia come prodotto sarà sempre viziata dalla visione di chi la veicola. Nello stesso identico modo in cui lo è quando a veicolarla è un blogger, che però non ha chi gli…

3 Comments