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Month: September 2012

Grazie Cloud!

Capisci l’importanza del cloud e della nuvola quando il tuo Samsung decide che quel che è troppo è troppo e non vuole più saperne di riavviarsi andando in loop e costringendoti a tornare alle impostazioni di fabbrica, ovviamente cancellando tutti i dati nel telefono. Fortuna vuole che essendo integrato con il tuo account Google, rubrica, calendario, e messaggi magicamente ti riappaiono come se non fosse successo nulla! Si, hai la rottura di doverti reinstallare alcune app. Ma vogliamo mettere se avessi perso tutta la rubrica perchè salvata solo su telefono? Beh, portate questo esempio se qualcuno vi chiede perché mai investire nel cloud!

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Il sogno infranto della rete

Non so voi, ma negli ultimi mesi vedo aprirsi delle crepe enormi nella rete italiana. O meglio, da qualche anno. Precisamente dal 2008. Sino ad allora l’immaginario diffuso e largamente condiviso era la possibilità di utilizzare la rete per organizzarsi e “rivoluzionare” la propria vita sociale, professionale e politica. Si parlava di “nuovo rinascimento” e di “neo illuminismo 2.0”. Si passava dalla visione verticistica a quella orizzontale. Dal “potere concentrato” a quello diffuso. Il singolo diveniva il centro e al suo libero arbitrio la scelta con chi e per cosa costruire relazioni. Ciò che nasceva in rete era una discussione volta a tornare ad immaginare il futuro. Open era la parola d’ordine; destrutturazione era la missione. Se guardiamo ai Business Network, il 2007 e 2008 sono gli anni in cui nascono il maggior numero di gruppi su LinkedIN. Piano piano le cose sono cambiate.  I network spontanei si strutturano in associazioni. La leadership diffusa lascia il campo a faide di comando e controllo. La “rivoluzione” non riesce ad uscire da Facebook, LinkedIN, Twitter. Il “celolunghismo“, incrementato dal dilagare di strumenti come Klout e Kred, spinge all’individualismo e alla ricerca di sempre maggiore visibilità e popolarità. La discussione sul futuro della rete si sposta offline, limitando sempre più la partecipazione- La politica che, capendo l’arrivismo ed individualismo che domina la rete e sapendo che mai si farà reale squadra su taluni temi (es. Agenda Digitale), organizza istituti e reitera il costume della nomina dei membri a suo piacimento, cooptando al proprio interno (solleticando i bisogni di riconoscimento sociale) solo coloro che potrebbero creare qualche reale disturbo. La reazione è la generale incazzatura, la creazione di appelli e contro appelli sulla meritocrazia, raccolta firme e collezione di like, una copertura stampa (se si è bravi) di qualche mese. Poi tutto torna nel baratro del silenzio, pronti per una nuova e-ndignazione. La rete, da partecipativa e democratica, grazie al suo sovraccarico informativo e alla promessa che ciascuno può costruirsi la propria popolarità, è divenuta il più grande e potente strumento di controllo delle masse davanti al quale Televisione, Cinema e Radio diventano solo giocattoli per bambini. Sarà un caso che l’immagine della rete sia la stessa di un vetro infranto? E se la rete, invece di aggregare, stesse spaccando la società?

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L’italia vista dagli hotel

Per il viaggio di nozze, mia moglie ed io siamo stati a Firenze per qualche giorno. Attraverso Booking.com abbiamo prenotato una stanza in un albergo a 4 stelle che, per quel periodo, aveva messo a disposizione stanze con uno sconto superiore al 50% (per la precisione 53%). Prezzo: 60 Euro/Notte. Un’occasione d’oro. L’hotel si trova al centro della città a 15 minuti a piedi da Santa Maria del Fiore e 5 minuti da Piazza Santa Annunziata. Una bella offerta. Almeno sulla carta. Ammetto che, vista l’offerta, qualche dubbio l’ho avuto. Dubbio che poi si è rivelato certezza. Nulla da eccepire sui servizi: bar molto economico (1 euro il caffè con servizio al tavolo), wifi gratuita, colazione abbondante. La stanza tuttavia, nonostante fosse pulita aveva qualche “diffetto”: non era collegata al sistema di climatizzazione centrale, quindi è stata dotata di un climatizzatore portatile il cui scarico era stato posto in balcone che, per l’acqua del climatizzatore, è diventato inutilizzabile; inoltre questo “tampone” richiedeva che la porta finestra rimanesse aperta (sicurezza?); il balcone era rovinato, mancavano piastrelle, c’erano calcinacci; le tende erano state mal sistemate e presentavano segni neri, rovinate; lo scarico della doccia (il bagno era nuovo) non funzionava bene e la cabina doccia accumulava facilmente acqua; Il frigo bar (collocato in un angolo cottura chiuso da una porta poco stabile) era vuoto Qualche giorno prima, invece, i partenti di mia moglie hanno alloggiato in un hotel a tre stelle (69 euro/notte) collocato fuori Mestre, a Scorzè. L’hotel, ricavato da un vecchio mulino ancora visibile anche se non funzionante, era immerso nel verde. Il ristorante è segnalato dalla Guida Michelin e Osterie d’Italia. Le camere spaziose, pulitissime, complete. Il servizio, stando a quanto mi dicono, ottimo. Unico neo, non da poco, è collocato in una zona completamente sprovvista di mezzi pubblici per cui o si è provvisti di macchina, oppure si è costretti a spostarsi con il taxi; costo del trasferimento fino a Venezia: 50 euro per circa 30 chilometri. Credo che questi due esempi possano ben descrivere la situazione anche del Paese dove, da un lato, hai delle strutture sovra-qualificate (hotel 4 stelle) che per lavorare hanno bisogno di abbassare le tariffe, nonostante godano di una posizione privilegiata (centro città). Dall’altro ci sono strutture meno qualificate (3 stelle) che potrebbero essere tranquillamente più valutate per la qualità dei servizi ma che, data la mancanza di infrastrutture, devono tenere prezzi bassi. Mi spingo oltre: chi ha le competenze è tenuto ai margini, chi non le ha ma ha le “capacità economiche” è al centro del ciclo economico. Una fotografia dell’Italia?

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