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Simone Favaro's Tales Posts

Virus Networking

Quando i social media possono divenire una minaccia per la sicurezza. Arriva Koobface, un virus che sfrutta facebook per diffondersi e che è in grado di accedere a dati sensibili del PC. clipped from atcherry.blogspot.com Koobface si diffonde via mail e inganna facilmente l’utente ignaro membro di Facebook.Come agisce Koobface? Semplice: il virus invia una mail a vostro nome – dal vostro account di Facebook quindi – agli amici presenti nel vostro profilo. Il testo della falsa e-mail contiene un link dal quale verrete amichevolmente invitati a visualizzare un video su YouTube. Una volta arrivati sulla pagina linkata vi verrà chiesto di scaricare ed installare l’aggiornamento ad un programma – Adobe Flash Player – per la visualizzazione di un divertente video: ma fate bene attenzione. Non scaricherete nessun plug-in ma un programma in grado di indirizzarvi, ogni qualvolta farete una ricerca grazie ai più noti motori di ricerca, su siti “truffa”, il cui contenuto non ha nulla a che fare con l’argomento della vostra ricerca. Di conseguenza è facile capire che l’applicativo è anche in grado di accedere ai dati sensibili presenti sul vostro pc e farne l’utilizzo desiderato.  

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Scusate, è successo anche a me!

    Eh si, signori miei, è successo anche a me.   Avevo pubblicato un post sull’infoproduct citando come “best case” un blog (che ora non posso citare) e in cui sostenevo come, finalmente, esistesse un esempio Italiano di infomarketing degno di nota. A partire dall’osservazione di questo blogsite avevo isolato alcune caratteristiche che dovrebbe avere un blog mirato all’infomarketing. Arrivo a casa e mi trovo una email dell’ufficio legale dell’azienda (che ovviamente non cito) e che mi intima di rimuovere entro 24 ore il post pena la denuncia di violazione dell’utilizzo del marchio perchè, l’utilizzo fatto, era considerato lesivo dell’immagine aziendale.  Vi scrivo poichè abbiamo riscontrato che state utilizzando sul vostro sito, senza autorizzazione il marchio [CENSORED], fornendo informazioni che denigrano l’immagine del nosto sito nonchè divulgando informazioni riservate. Che dire? sono esterefatto. Capisco se ne avessi parlato male, capisco se li avessi dipinti come truffaldini. Ma prendere un blog o un sito come esempio sano di infomarketing e sentirsi minacciare di danno di immagine… inoltre dove sono le informazioni riservate dato che tutto ciò che cito è pubblicato proprio sul loro sito?  Dei responsabili, monitorano quotidianamente le testate ed i siti presenti su internet, per tanto, nell’eventualità in cui si dovessero ripetere altre violazioni nei nostri confronti, procederemo, SENZA ALCUN PREAVVISO alla citazione in giudizio, sulla base degli articoli che disciplinano la tutela di informazioni riservate ed il trattamento di marchi registrati. Ancora… ma riservate di cosa? Se le informazioni fossero riservate, quantomento dovrebbero essere protette da Password se non, addirittura, non pubblicate. Sul trattamento dei marchi registrati posso capirlo, anche se, come ho detto, non è stato fatto alcun uso a fini di diffamazione. A proposito di word-of-mouth marketing… Comunque, come disse Garibaldi, Obbedisco! Questo è un blog personale tenuto a tempo perso. Sinceramente essere citato per aver fatto pubblicità positiva proprio non mi va e lasciare il post non me ne viene nulla. Quindi l’ho rimosso. Scusate!

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“Basta così, grazie!”

Ho ricevuto un messaggio su Facebook da Alex Badalic in cui si sfogava del fatto che non ne può più della quantità esagerata di suggerimenti di amici, richieste di adesione a cause, inviti a gruppi… “BASTA COSI’, Grazie” Recitava l’oggetto del messaggio. Un po’ lo capisco. Al crescere del numero di contatti le richieste diventano infinite e gestirle richiede tempo. E’ spam, a tutti gli effetti. Tuttavia è anche vero che, nel momento che si accetta un contatto, ci si apre a questo rischio. Qualche mese fa, una mia amica mi pregò di evitare di inviargli messaggi da un gruppo. E io la accontentai. Lei addirittura si disicrisse dal gruppo per un periodo. Poi rientrò ma la lezione servì. Il rischio di un social network così esteso è proprio quello di lasciarsi prendere la mano nell’invio di tutte le “stupidaggini del caso”.  Chiaro che se questi messaggi e richieste ti vengono da persone conosciute, hanno un impatto, se ti arrivano da sconosciuti che hai linkato ma di cui non hai alba, è un altro paio di maniche. Nella lunga diatriba “meglio la quantità o la qualità?“, direi che preferisco la seconda. E dovrebbe essere un aspetto da tenere bene in considerazione anche quando si attivano iniziative di marketing che usano i Social Network.  Sorrido al pensiero che molte aziende considerino Facebook ed i Social Network in genere come community su cui veicolare messaggi pubblicitari. Molti non si rendono conto che in realtà stanno proponendo una brand experience. E se non si sta attenti può essere deleterio.

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Immaginare il futuro contro una società in declino

L’età dell’oro si può riconoscere quando una società riesce ad immaginare il futuro. Non importa quanto strampalato o visionario esso sia. Quello che conta è la capacità di dire “oggi siamo qui e un domani arriveremo di là“. Gli anni del secolo breve e poi gli anni 50, 60 e 70 sono proprio l’esempio di questo. Il futurismo vide protagonista nuove forme tutte orientate alla conquista dello spazio. Dagli anni 50 fino agli anni 70 i generi letterari seppero creare un immaginario dell’eveluzione dell’uomo che, proprio in questi anni, avrebbe dovuto viaggiare su macchine volanti, superare la velocità luce e vivere in una società totalmente differente. E questa pulsione, questo ottimismo, spinse ogni ambito produttivo e intellettuale a lavorare per questo fine. Anche gli anni 80 e 90 con la computer science ci fecero vedere un futuro che avrebbe di lì a poco portato alla società dell’informazione globale, alla globalizzazione. Sicuramente diversa da quella che oggi ci si presenta, ma con alcuni pochi tratti che riconoscibili: abolizione di barriere spazio-temporali e influenze globali di eventi locali. Negli ultimi otto anni,  precisamente dopo il crollo della new economy e gli attentati dell’11 settembre, hanno mutato lo scenario. Da prospettive di evoluzione a visioni di involuzione, da fiducia nel futuro a incertezza assoluta. Fenomeno che si è velocemente radicalizzato, forte anche della diffusione globale permessa dalla rete. Tuttavia esistono nuovi fenomeni che si stanno diffondendo, proprio in funzione di una ridefizione profonda dei modelli sociali che è in atto e che è stata, forse involontariamente, scatenata dalla rete. Questo fenomeno è da molti definito “user generated qualcosa”, ma si tratta di una presa di coscienza che fa vedere il singolo protagonista e attore di quello che succede: fenomeni come i meetup di Grillo, i gruppi di think tank, la nascita di network reali da network vituali (come accade con i ClubIN). Sono segnali di qualcosa che si sta muovendo e che sta ridefinendo il modello sociale.

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Piu’ della meta’ degli Italiani in rete

Mentre su innovatori si parla di come promuovere la rete in Italia, sembra che l’italico popolo si sitia muovendo da solo. Non solo via pc, ma anche tramite cellulare: il 5,6% degli italiani… clipped from www.cwi.it Secondo i dati pubblicati oggi da Audiweb, il 58,3% della popolazione italiana tra gli 11 e i 74 anni (27,6 milioni) dichiara di accedere a internet da qualsiasi luogo (casa, ufficio, studio e altro) e mediante qualsiasi device. Si tratta di un risultato, sottolinea Audiweb, che “disegna un popolazione italiana con accesso a internet abbastanza evoluta sia in termini socio-demografici che nelle modalit� di accesso”. In particolare, si legge nello studio condotto da Audiweb, ha accesso a internet il 62,2% degli uomini e il 54,4% delle donne, soprattutto nelle fasce d’et� 11-17 (77,6%) e 18-34 (72,8%) e residenti nel Nord-Est (65,2%) o nel Centro (63,8%).

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