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Tag: censura

La bufala della censura di İnternet (in Italia)

In Italia non censureranno mai internet. Non lo faranno perché, esattamente come gli stadi, è il luogo ideale dove far sfogare frustrazione e tensioni, evitando così le rivoluzioni di piazza. Censurarlo significherebbe spingere le persone a farsi sentire con azioni e non con parole. Laddove Internet rappresenta un potenziale abilitatore di movimenti di massa,uno strumento (e non un fine a se stesso) di organizzazione di movimenti, i governi decidono addirittura di crearsi una rete propria e di “staccarsi” dal web.

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Serra: libertà secondo convenienza

Il 12 Luglio Michele Serra scrive una Amaca in cui mette in discussione l’utilità di ospitare nei quotidiani “tutti” i commenti dei lettori, senza alcuna forma di censura. Il pezzo ha aperto una ricca discussione in rete tra i sostenitori della sua posizione (tra cui il sottoscritto) e quelli contrari. Il 14 Luglio, Serra pubblica una nuova Amaca con cui vuole arricchire la discussione. Ne emerge un testo che afferma il vero, il contrario del vero e il contrario del contrario del vero facendo passare il messaggio: “La libertà mi va bene, ma solo quando piace a me”. Serra afferma di non essere contrario al web, ma di essere oppositore dell’idea che il web sia strutturalmente ingovernabile. Afferma, giustamente, il proprio diritto a cercare notizie e non commenti (utilizza una serie di aggettivi – sciatti, livorosi, ininfluenti) per i quali c’è il web. Prima Nota: il web a cui non è contrario è un deposito di cose inutili. I giornali on-line (che stanno sul web) devono essere altro. Prosegue dicendo che “Libertà di leggere è anche libertà di non leggere” e che la “la tracimazione costante e onnipresente delle opnioni” non gli fa venire in mente “la libertà, ma la sua parodia”. Seconda nota: Chi usa la rete sa benissimo che i commenti e le opinioni sono racchiuse in una apposita area “commenti” che è accessibile solo attraverso un atto volontario e libero e che non tracima. Quindi chi sceglie di leggere i commenti esprime il proprio diritto alla libertà di leggerli. Non viene innondato da un fiume in piena che (utilizzando le parole di Serra) “tracima” gli argini. Infine chiude con un concetto giusto sulla scelta delle parole. Pur condividendole nel loro principio, calate all’interno del testo suonano contraddicenti. Dice Serra: “Più vivo, più capisco che ho bisogno di imparare. E più ho bisogno di imparare più ho bisogno di selezionare le parole che mi circondano. […] è che ho bisogno degli altri. Ma non di TUTTI gli altri”. Terza nota: il principio di selezione è correttissimo. non possiamo assorbire indistintamente tutto. Dobbiamo scegliere (come ha detto prima). La scelta, tuttavia, può essere fatta solo quando si ha una ampia offerta che include il prodotto buono e quello cattivo e la possibilità di usarlo o non usarlo. A noi la capacità e libertà di scegliere quello che è meglio per noi. Se, però, come auspica Serra, si mettessero dei filtri, chi mi garantisce di avere effettivamente una libertà di scelta? chi mi assicura che le scelte che effettuerò saranno fatte valutando tutto quello che è disponibile? Chi mi assicura che quelle “censurate” siano solo i le opinioni effettivamente “sciatte, livorose, ininfluenti“?  E se fosse la sua quella opinione “ininfluente” che…

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Turchia: “Giù le Mani dal mio Internet”

E’ l’urlo dei Turchi che domani scenderanno in piazza contro la legge-censura che entrà in vigore il 22 Agosto e che li constringerà a scegliere tra 4 profili di accesso: Standard, Family, Children, Domestic. Il movimento si è organizzato su Facebook, è distribuito e diffuso.

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Scusate, è successo anche a me!

    Eh si, signori miei, è successo anche a me.   Avevo pubblicato un post sull’infoproduct citando come “best case” un blog (che ora non posso citare) e in cui sostenevo come, finalmente, esistesse un esempio Italiano di infomarketing degno di nota. A partire dall’osservazione di questo blogsite avevo isolato alcune caratteristiche che dovrebbe avere un blog mirato all’infomarketing. Arrivo a casa e mi trovo una email dell’ufficio legale dell’azienda (che ovviamente non cito) e che mi intima di rimuovere entro 24 ore il post pena la denuncia di violazione dell’utilizzo del marchio perchè, l’utilizzo fatto, era considerato lesivo dell’immagine aziendale.  Vi scrivo poichè abbiamo riscontrato che state utilizzando sul vostro sito, senza autorizzazione il marchio [CENSORED], fornendo informazioni che denigrano l’immagine del nosto sito nonchè divulgando informazioni riservate. Che dire? sono esterefatto. Capisco se ne avessi parlato male, capisco se li avessi dipinti come truffaldini. Ma prendere un blog o un sito come esempio sano di infomarketing e sentirsi minacciare di danno di immagine… inoltre dove sono le informazioni riservate dato che tutto ciò che cito è pubblicato proprio sul loro sito?  Dei responsabili, monitorano quotidianamente le testate ed i siti presenti su internet, per tanto, nell’eventualità in cui si dovessero ripetere altre violazioni nei nostri confronti, procederemo, SENZA ALCUN PREAVVISO alla citazione in giudizio, sulla base degli articoli che disciplinano la tutela di informazioni riservate ed il trattamento di marchi registrati. Ancora… ma riservate di cosa? Se le informazioni fossero riservate, quantomento dovrebbero essere protette da Password se non, addirittura, non pubblicate. Sul trattamento dei marchi registrati posso capirlo, anche se, come ho detto, non è stato fatto alcun uso a fini di diffamazione. A proposito di word-of-mouth marketing… Comunque, come disse Garibaldi, Obbedisco! Questo è un blog personale tenuto a tempo perso. Sinceramente essere citato per aver fatto pubblicità positiva proprio non mi va e lasciare il post non me ne viene nulla. Quindi l’ho rimosso. Scusate!

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