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Tag: ClubIN

L’arcipelago delle idee isolate

Se leggete la definizione di Arcipelago riportata su Wikipedia, capite perchè vedo la rete oggi come un arcipelago: un insieme di isole vicine ma non comunicanti.

Così come infatti un arcipelago è un insieme di isole vicine l’una all’altra collocate in mare aperto, spesso non collegate, così in rete nascono quotidianamente iniziative simili per obiettivi ma che, per motivi differenti, non sono in grado di parlarlasi.

Parlo ad esempio dei business network, delle iniziative su temi sociali come il terremoto de L’Acquila, l’inquinamento, la difesa e la tutela della Rete o altro.

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Dal Tramonto all’Alba

Il mito di riportare in vita i morti è stato un leitmotiv dal Vangelo, a Mary Shelley, ad H.P. Lovecraft. Ridare vita a tessuti morti, ormai in necrosi, dove la vita ormai ha cessato di esistere… il sogno proibito dell’uomo. L’Italia e l’occidente in generale è oggi come quei cadaveri che qualche moderno Dr. Frankestein tenta di rianimare attraverso inutili scariche elettriche con il rischio di creare un freak, un mostro che non potrà avere speranza di sopravvivere a lungo. Inutile il tentativo di rigenerare un sistema ormai defunto. Siamo all’alba di una nuova generazione che dovrà necessariamente dimenticare i modelli del passato e ridefinire gli assetti sociali, ricordandosi che la società è funzionale agli individui e non i singoli alla società. Questo avviene già in micro contesti, ristretti. Con tutto il male che si può dire, il movimento di Beppe Grillo ha dato una spinta in questa direzione. Anche oggi, totalmente o quasi ignorati dai mass media, i gruppi continuano ad operare nel territorio. Alcuni hanno preso le distanze dal comico Genovese mantenendo, tuttavia, lo spirito di partecipazione democratica che ha animato il movimento dalle origini. E’ un segnale epocale. A differenza dei qualunquisti o dei girotondini, il “popolo di Grillo” riesce a vivere a prescindere dal proprio leader. Ne ha appreso i mezzi, gli strumenti, i metodi. E li applica, come il bambino che impara a camminare, prima per mano del genitore e poi in modo autonomo. E la rete, questa rete tanto diffamata, ne è stata il motore. Negli ultimi due anni l’abbiamo visto anche su scala mondiale, con la nascita di un leader quale Barack Obama, espressione di un cambiamento che è stato chiesto dal basso. Abbiamo assistito, in Italia, alla affermazione di modelli di network professionali nati dalla rete e attivi sul territorio (ClubIN, Innovatori, … ). Tutti accomunati dalla volontà di riportare l’individuo al centro dei processi di cambiamento, di sviluppo, di innovazione.  In questo 2009 probabilmente questi fenomeni si intensificheranno e assisteremo all’avvento di un nuovo umanesimo, un umanesimo post-digitale. Un umanesimo che metterà definitivamente in discussione assetti politici ed economici, costringendoli ad adeguarsi o ad auto escludersi.

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