Rientrare in İtalia dopo un anno all’estero ti fa vedere il paese con occhi diversi. Al rientro metterò in bit su schermo alcune impressioni che mi sono fatto e che mi fanno concludere che la crisi economica sia solo l’effetto e non la causa dei problemi.
Leave a CommentMonth: August 2012
In Italia non censureranno mai internet. Non lo faranno perché, esattamente come gli stadi, è il luogo ideale dove far sfogare frustrazione e tensioni, evitando così le rivoluzioni di piazza. Censurarlo significherebbe spingere le persone a farsi sentire con azioni e non con parole. Laddove Internet rappresenta un potenziale abilitatore di movimenti di massa,uno strumento (e non un fine a se stesso) di organizzazione di movimenti, i governi decidono addirittura di crearsi una rete propria e di “staccarsi” dal web.
Leave a CommentSu Generazione Perduta faccio un po’ il neneista. Da un lato riconosco che la nostra generazione stia pagando una situazione per cui (forse) è stata vittima inconsapevole: un boom fatto sul debito pubblico, immobilismo istituzionale, ecc. Dall’altro, però, come Fabio Lalli, ritengo che una responsabilità nostra ci sia. Alla fin dei conti i quasi quarantenni è dai primi anni 90 che votano e in molti hanno appoggiato le classi dirigenti che hanno contribuito a questa situazione… Il problema della Generazione Peduta (di cui faccio parte, ho sottoscritto il manifesto e mi assumo responsabilità) è che è stata poco abituata a combattere veramente per ottenere quello che gli spetta. Uriel Fanelli, in una lettera di fuoco a Generazione Perduta, con toni sicuramente duri e irritanti sottolinea come la nostra sia stata la prima generazione di addomesticati “bravi bambini”, che non rappresenta una minaccia per chi detiene il potere e che per questo può essere sacrificata. Generazioni precedenti (come i nostri genitori, nonni e bisnonni) hanno combattuto con i denti per affermare i propri diritti nel 68, durante la seconda guerra mondiale e ai tempi dei motti e dell’Unità d’Italia. In toni molto meno bruschi e irritanti di Uriel, lo stesso concetto è espresso da Massimo Gallo su Linkiesta: Il punto è che nessuna generazione conquisterà mai nulla se non dichiarerà guerra a quella che l’ha preceduta o che occupa i posti chiave. In poche parole, l’uccisione del padre – così ben spiegata dal mito di Edipo e poi da Freud – dev’essere una stella polare. Sempre. La nostra generazione è colpevole di questo. Di non essersi schierati contro i “vecchi”; di aver preso l’azienda avviata dal padre e di accettare di lavorare gratis mentre papi va via in porche; di non aver saputo mettersi in gioco e “contro” il precedente pensiero… E, chi vive in aziende ben strutturate può confermarlo: i rompiballe ottengono promozioni e aumenti, i “docili” aziendalisti gran pacche sulle spalle. Le generazioni precedenti sono i rompiballe, la nostra è quella degli aziendalisti…
Leave a CommentNon voglio entrare nella disputa “Startup Si”, “Startup no” (la terra dei cachi?). Non ne so molto, quindi mi astengo dal valutarne utilità o meno. Tuttavia, ho letto l’articolo di Repubblica relativo alla 17enne che crea una Rete Neurale volta alla diagnosi dei tumori (con una accuratezza sconcertante); leggo, ad esempio, delle startup in corpo all’MIT le cui applicazioni hanno utilità sociale e/o economica. Poi penso ai casi italiani (uno per tutti Volunia) e mi vengono alcune riflessioni: le startup Italiane sono solo tecnologiche. Puntano all’adozione della tecnologia più all’avanguardia e cercano di confezionare un prodotto appetibile commercialmente sono “fashion addicted“. Fatti salvi alcuni casi, molti prodotti sono finalizzati all’enterteinment. Non fanno reale ricerca. Probabilmente perché mancano di un committente pubblico o privato con reale interesse nel “miglioramento” della società, i prodotti realizzati sono quasi esclusivamente indirizzati al “gioco”. Ne ricavo l’impressione (e la conferma) che manchi lo spirito di “innovazione” inteso come miglioramento. Riprendendo il caso della Rete Neurale Anti-Tumori, con ogni probabilità sarà costutuita una società per migliorare il prodotto e commercializzarlo. Diventerà business. Alla sua base, tuttavia, c’è una finalità differente. Non è l’applicazione “mi piace” o che mi fa migliorare l’esperienza su Istangram. Sarà una applicazione che potrebbe contribuire a salvare moltissime vite. Mi chiedo quindi: continuiamo ad essere la terra dei cachi anche qui?
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